Matteo Quadranti si interroga (e interroga il Governo) sulle recenti visite di delegazioni cinesi avvenute di recente in Ticino
LUGANO/BELLINZONA - Viviamo tempi complicati, nei quali la realtà ha ormai surclassato la fiction, tra pandemie, guerre reali e tecnologiche, intelligenze artificiali, spionaggio e sfide energetiche e climatiche. In un'epoca come questa, Matteo Quadranti si interroga (e interroga il Governo) sui rapporti internazionali tra il Ticino e i protagonisti dei principali regimi mondiali: in particolare quello cinese e russo. Il deputato Liberal radicale si pone questioni di natura etica (diritti umani), ma anche economica e relative alla sicurezza interna (spionaggio).
«In Svizzera - fa notare Quadranti -, delle 220 persone accreditate diplomatiche o consolari russe, è molto probabile che almeno un terzo lavori ancora per i servizi segreti». «La Cina non è da meno - prosegue -, con decine di spie in Svizzera. A differenza della Russia, i cinesi si affidano maggiormente a coperture non diplomatiche. I loro membri si spacciano per lo più per scienziati, giornalisti o uomini d'affari».
Quadranti rievoca quindi le trasferte in Russia da parte di esponenti del Governo e della Camera di Commercio, così come i vari accordi siglati dalla Città di Lugano con altre città. A sollevare qualche dubbio, per il deputato PLR, sono i plurimi accordi con città cinesi». Viene ricordato, tra i più recenti, l'incontro del Municipio di Lugano (12 maggio 2023) con una delegazione della città cinese di Hangzchou guidata da Huang Haifeng. «Quest’ultimo è stato presentato come direttore del “centro di sviluppo dell’industria culturale creativa” - spiega Quadranti -, ma in realtà è il capo del Dipartimento della propaganda del comitato municipale del partito comunista di Hangzchou. Quindi personaggio in linea con le preoccupazioni del Servizio delle attività informative della Confederazione».
Poco meno di un anno dopo, il 19 gennaio 2024, la Città di Lugano ha ricevuto anche una delegazione dell’università Tsinghua di Pechino, guidata dal suo rettore Li Luming. «Il sindaco si è molto rallegrato, presentando questa università come la “Harvard della Cina“. In realtà, questa università risulta lavori da anni come partner della società iFlytek, specializzata in prodotti di riconoscimento vocale e facciale nonché di intelligenza artificiale, la cui tecnologia è stata utilizzata per la sorveglianza applicata al genocidio delle minoranze etniche, specialmente uighure, all’interno della provincia cinese dello Xinjiang. È notorio che, già dal 2019, questa società è stata bandita dal governo degli Stati Uniti, con divieto di condurre affari con aziende americane, proprio in relazione al genocidio degli Uiguri». «Già da anni - prosegue Quadranti - vengono denunciate le interferenze del partito comunista cinese nei confronti di docenti e studenti, svizzeri e cinesi, nelle università svizzere. Ancora recentemente l’università di Zurigo e il politecnico di Zurigo hanno comunicato apertamente che rinunciano a collaborazioni con università cinesi e che rifiutano candidati qualificati cinesi a causa del rischio di spionaggio Il Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica ha già sospeso i suoi programmi di incentivi per la ricerca con la Cina».
Sulla base di quanto sopra al Consiglio di Stato vengono poste le seguenti domande:
1. Quali sono le collaborazioni attualmente in corso con organizzazioni della Repubblica popolare cinese da parte dell’USI Università della Svizzera Italiana, dell’Accademia di architettura di Mendrisio rispettivamente da parte della SUPSI, in particolare su iniziativa del suo ex vicepresidente Prof Bauer, rendendo note tutte le sue collaborazioni personali con la Cina e con funzionari del partito comunista cinese.
2. Quali sono le attività e le collaborazioni attualmente ancora in corso da parte del Municipio di Lugano con organizzazioni cinesi e con funzionari del partito comunista cinese e quali obiettivi le stesse perseguono.
3. Quali siano le attività e le collaborazioni attualmente in corso e le relazioni personali instaurate con il partito comunista cinese da parte del funzionario cinese del Comune di Lugano incaricato di intrattenere e promuovere queste relazioni (signor Alex Chung)
4. Quali verifiche e misure di diligenza sono state effettuate da parte degli enti e delle entità suddette, nell’ambito delle collaborazioni e dei contatti con i funzionari del partito comunista cinese, allo scopo di escludere qualsivoglia attività di spionaggio o comunque qualsivoglia attività di pregiudizio per la sicurezza dell’economia e delle istituzioni svizzere oltre che per la semplice immagine internazionale del nostro Paese. Ad es. è stata seguita una guida aggiornata edita dalla Confederazione, nel quadro del Piano d’azione nazionale “Imprese e diritti umani” della Svizzera 2020–2023 (PAN).
5. Se le entità suddette hanno interpellato i servizi di sicurezza e di informazione della Confederazione, prima di avviare le suddette collaborazioni con funzionari del partito comunista cinese.
6.Quali misure intende adottare il Consiglio di Stato nei confronti dell’USI, dell’Accademia di Mendrisio, della SUPSI e come ev. intende intervenire presso il Municipio di Lugano per accertare e garantire che tutte le suddette attività e relazioni con il partito comunista cinese avvengano nel rispetto delle misure di sicurezza adottate da parte delle autorità federali e delle altre università svizzere.