A Pechino Tahli Gill, giocatrice di curling, è risultata positiva al tampone ma ha potuto giocare lo stesso
«Australiani, imparate dai cinesi come vanno trattati gli atleti. Vergognatevi mille volte!».
BELGRADO - La ferita è sempre aperta e Srdjan Djokovic non ha ancora smaltito quanto accaduto in Australia.
In questi giorni il padre di Nole sta seguendo da vicino le Olimpiadi di Pechino e il caso di Tahli Gill - giocatrice di curling australiana - non ha fatto altro che aumentare la sua rabbia nei confronti del Paese che solo alcune settimane fa aveva respinto il figlio, non concedendogli la possibilità di difendere il titolo a Melbourne.
Ma cosa è successo domenica a Pechino? Solo qualche ora prima della sfida contro la Svizzera, la 22enne di Sydney era risultata positiva a un tampone. Lei e Dean Hewitt - suo compagno d'"avventura" nel doppio misto - stavano dunque già pianificando il viaggio di ritorno, prima che intervenisse il comitato sanitario olimpico che da parte sua ha considerato i risultati del test in un range "accettabile". La Gill, nonostante la positività, ha dunque potuto affrontare gli elvetici.
Un'"occasione d'oro" per attaccare nuovamente la terra dei canguri, che Srdjan Djokovic non si è lasciato sfuggire: «Australiani, imparate dai cinesi come vanno trattati gli atleti. Vergognatevi mille volte!», ha scritto l'uomo sui social.