Il nuovo film di James Bond, com'è noto, è stato rimandato a novembre.
In Cina provvedimenti del genere vengono presi fin da gennaio.
L'industria cinematografica è solo una delle tante che sta subendo le conseguenze dell'epidemia di coronavirus.
I cinema si sono letteralmente svuotati nelle ultime settimane, anche in quelle nazioni che non hanno intrapreso misure d'emergenza come la loro chiusura o il rispetto di un metro di distanza tra uno spettatore e l'altro (come in Italia).
Le case di produzione stanno rispondendo nell'unica maniera possibile: rimandando l'uscita dei film. Tra i casi più clamorosi c'è quello del nuovo film di 007: "No Time to Die" è stato spostato da aprile a novembre (il 12 nel Regno Unito e il 25 negli Stati Uniti). In Italia è stata posticipata a data da destinarsi la visione del nuovo lavoro di Carlo Verdone e di "Volevo nascondermi", il film su Antonio Ligabue per il quale Elio Germano è stato premiato a Berlino.
In Cina l'identico provvedimento è stato preso fin dal mese di gennaio. Nel weekend del Capodanno cinese sono saltate una decina di attese uscite, tra le quali quella dell'ultimo film di Jackie Chan.
Una mossa obbligata ma non indolore: gli analisti suggeriscono che l'epidemia potrebbe costare fino a 5 miliardi di dollari in mancati introiti al box office globale.
MGM, Universal and Bond producers, Michael G. Wilson and Barbara Broccoli, announced today that after careful consideration and thorough evaluation of the global theatrical marketplace, the release of NO TIME TO DIE will be postponed until November 2020. pic.twitter.com/a9h1RP5OKd
— James Bond (@007) March 4, 2020