Sono tante le curiosità meno note legate alla vita e alle passioni di Benedetto XVI: le lingue, la musica e la notizia delle dimissioni
CITTÀ DEL VATICANO - Anche questa mattina, la gente si è messa in coda, già due ore prima dell'apertura (ore 9.00) della basilica di San Pietro. C’è chi lo chiama il "popolo di Ratzinger", certamente sono persone - famiglie, singoli fedeli, turisti - accomunate dal senso di gratitudine verso il pontefice, passato alla storia anche per la decisione di dimettersi dal soglio pontificio, era l'undici febbraio 2013. Ma l'eredità del fine teologo e del grande scrittore è davvero difficile da riassumere in poche righe.
Il fratello sacerdote e l'album musicale - Quel che però desta curiosità - e in un certo senso stupore - sono gli aspetti di vita del Papa emerito, forse meno noti ma certamente unici. Come il tempo precedente al pontificato, fatto anche di interessi e passioni. Ma cominciamo dall'inizio. Terzo figlio di tre fratelli, Joseph Ratzinger, nacque il 16 aprile 1927 in Baviera, da padre gendarme e la madre cuoca. Il fratello Georg, tanto amato, fu anch'egli sacerdote. E come il fratello, Joseph fu grande appassionato di musica classica, tanto che, nel 2009, la sua voce viene accompagnata, in un album musicale (Alma Mater), da otto tracce musicali, eseguite dalla Royal Philharmonic Orchestra e cantate dal coro dell'Accademia Filarmonica Romana. Ratzinger amava inoltre suonare il pianoforte. A questo riguardo, si dice che, se i suoi stretti collaboratori sentivano provenire dal suo studio delle note, allora capivano che il Santo Padre era in un buono stato di forma e di umore. «Nel guardare indietro alla mia vita, ringrazio Iddio per avermi posto accanto la musica quasi come una compagna di viaggio, che sempre mi ha offerto conforto e gioia», aveva detto in occasione del concerto per il suo 80esimo compleanno.
Le lingue, il latino e la notizia delle dimissioni - Il breve discorso di addio di Benedetto fu in latino, poche righe su di un foglio. E a carpirne per prima il significato fu una giornalista dell'Ansa, oggi in pensione, Giovanna Ghirri: «Ho dato la notizia, poi mi sono messa a piangere», ha raccontato nel ripercorrere quella storica giornata. «Sono andata in panne: ho pensato che era assurdo - ha aggiunto all'Huffington post - Sapevo, come tutti, quel che aveva scritto nel suo libro. Ma ero convinta che non si sarebbe dimesso». L'agenzia stampa che ne uscì fece il giro del mondo, oltre che la storia. Ma il Papa emerito, non parlava perfettamente "solo" latino, tedesco e italiano. Sapeva destreggiarsi al meglio anche con il francese, lo spagnolo e il portoghese. Lingue che lo aiutarono a portare la parola dei Vangeli nei suoi viaggi che toccarono tutti i continenti. Quanto alle dimissioni, è da notare che quelle del 2013 non furono le prime dimissioni del Papa nella storica della Chiesa. Prima di lui: Clemente I, Ponziano, Silverio, Benedetto IX, Gregorio VI, Celestino V e Gregorio XII.
I gatti, la birra e lo strudel - In molti lo ricordano in compagnia dei gatti. In particolare, come ricorda un'agenzia Adkronos, il Papa, allora prefetto della Congregazione della dottrina della fede, aveva vissuto nel suo appartamento con due inquilini a quattro zampe. Felini che poi fu, suo malgrado, costretto a lasciare, una volta eletto Papa. Questo perchè non sono ammessi animali nella residenza papale. Famoso fu il gatto Chico, per il quale Benedetto aveva una particolare simpatia quando (nel 1968) fu professore di teologia in Germania. Il cardinale Tarcisio Bertone ha ricordato le passeggiate pomeridiane a Borgo Pio, quartiere a ridosso delle Mura Vaticane, quando Ratzinger si fermava spesso ad accarezzare i gatti: «Una volta si è portato dietro fino al Vaticano una decina di gatti. Sono dovute intervenire le guardie svizzere». Essendo bavarese, superfluo forse riferire della sua passione per la birra e per lo strudel, un modo per restare legato alla sua terra d'origine. Si ricorda però ancora oggi, con simpatia, il brindisi per il suo 90esimo compleanno, nei Giardini Vaticani. Complice una delegazione bavarese che si esibì anche in canti tradizionali: una vera a propria festa bavarese, con tanto di grandi boccali di birra e bretzel.