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ITALIA"Femminicidio" è la parola dell'anno

28.12.23 - 16:34
La scelta della Treccani è caduta su un termine sempre più presente nel linguaggio quotidiano
Reuters
Fonte Ats Ans
"Femminicidio" è la parola dell'anno
La scelta della Treccani è caduta su un termine sempre più presente nel linguaggio quotidiano

ROMA - "Femminicidio": è questo il sostantivo scelto dall'enciclopedia italiana Treccani come "parola dell'anno" 2023. Conseguenza di un tema sempre più sentito in Italia.

Sostantivo di genere maschile, composto dal sostantivo femmina e dal suffisso 'cidio', derivante dal latino 'cidium', dal tema di caedere, ovvero "tagliare", uccidere, il "femminicidio" è una pratica tanto antica quanto recente è stata invece l'urgenza di averle dato un nome proprio. Il termine, spiega Valeria Della Valle, direttrice scientifica, insieme a Giuseppe Patota, del Vocabolario Treccani, ha infatti fatto la sua comparsa nella lingua italiana solo nel 2001 ed è stata registrata nei Neologismi Treccani nel 2008.

«Uccisione diretta o provocata, eliminazione fisica di una donna in quanto tale, espressione di una cultura plurisecolare maschilista e patriarcale che, penetrata nel senso comune anche attraverso la lingua, ha impresso sulla concezione della donna il marchio di una presunta, e sempre infondata, inferiorità e subordinazione rispetto all'uomo» è invece la definizione del termine che usa vocabolario Treccani online per spiegare il fenomeno. Una descrizione che travalica il riferimento oggettivo per descrivere un dato culturale.

E infatti, spiega Treccani, la scelta di questa parola come simbolo dell'anno che sta per concludersi «rientra nell'ambito della campagna di comunicazione #leparolevalgono, volta a promuovere un uso corretto e consapevole della lingua» ed evidenzia l'urgenza di «porre l'attenzione sul fenomeno della violenza di genere, per stimolare la riflessione e promuovere un dibattito costruttivo intorno a un tema che è prima di tutto culturale: un'operazione pensata non solo per comprendere il mondo e la società che ci circondano, ma anche per contribuire a responsabilizzare e sensibilizzare ulteriormente lettori e lettrici su una tematica che inevitabilmente si è posizionata al centro dell'attualità».

«Come Osservatorio della lingua italiana - sottolinea Della Valle - non ci occupiamo della ricorrenza e della frequenza d'uso della parola femminicidio in termini quantitativi, ma della sua rilevanza dal punto di vista socioculturale: quanto è presente nell'uso comune, in che misura ricorre nella stampa e nella saggistica? Purtroppo, nel 2023 la sua presenza si è fatta più rilevante, fino a configurarsi come una sorta di campanello d'allarme che segnala, sul piano linguistico, l'intensità della discriminazione di genere».

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COMMENTI
 

Ciulindo.47 11 mesi fa su tio
La parola femminicidio è abbastanza recente; coniato dalla criminologa Diana Russel negli anni ’90 distinguendolo dal generico termine di omicidio per delegittimare culturalmente la misoginia come esercizio di potere dell’uomo sulla donna.

Libero 11 mesi fa su tio
In Svizzera la parola del anno: siamo ricchi

s1 11 mesi fa su tio
E io che pensavo fosse pandoro...

Arcadia7494 11 mesi fa su tio
Risposta a s1
Ti dà forse fastidio la parola femminicidio?

s1 11 mesi fa su tio
Risposta a Arcadia7494
Per te era meglio Pavlov.. Ding ding ding ding

Arcadia7494 11 mesi fa su tio
Risposta a s1
No, è che, senza voler moraleggiare, ogni tanto si può dimostrare un po' di eleganza e delicatezza. Il femminicidio è cosa seria. Hai mai commentato in maniera irriverente un articolo che parla delle vittime di Gaza ? No? Ecco, allo stesso modo dovresti aver rispetto per le tante vittime femminili di uomini violenti e malati. Il tuo accostamento sbeffeggiante pandoro - femminicidio è sgradevole. Tutto qui.

s1 11 mesi fa su tio
Risposta a Arcadia7494
Prima due dati: 2020 Omicidi: 287 (femminicidi 119); in ambito famigliare 147 (femm.: 101); da partner: 73 (femm.: 68); morti sul lavoro: 574 2021 Omicidi: 308 (femm.: 122); in ambito famigliare 153 (femm.: 105); da partner: 80 (femm.: 70); morti sul lavoro: 1221 2022 Omicidi: 324 (femm.: 127); in ambito famigliare 144 (femm.: 104); da partner: 69 (femm.: 71); morti sul lavoro: 1090 2023 Omicidi (fine ottobre): 282 (femm.: 101); in ambito famigliare 125 (femm.: 82); da partner: 58 (femm.: 53); morti sul lavoro: 657 (fino agosto). poi un ragionamento: ci propinano parole "pulsante" per attivare reazioni emotive a comando e noi, ci caschiamo senza ragionare. sono solo parole vuote usate per fare scattare le persone e creare divisione: femminicidio, vax/novax, emergenza climatica, lbgtq+, aggressore/aggredito, democrazia, diritto di difendersi, putin, ecc. ecc. ecc. diventano stimoli per creare emotività e divisione tra le persone e fondamentalmente per fare sì che non ci sia un approfondimento per capire quello che sta succedendo e fare in modo invece che le persone, come i cani di pavlov reagiscano emotivamente senza attivare il pensiero critico per approfondire cosa capita nel mondo e perchè. nel caso specifico il problema non è che si uccidano donne piuttosto che uomini e che si uccide e specialmente in ambito famiglia. punto.
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