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STRISCIA DI GAZAGaza, gli aiuti bloccati e lo spettro della carestia

18.03.24 - 13:37
L'Onu lancia l'allarme. E l'Oxfam, in un nuovo rapporto, punta il dito contro le autorità israeliane
keystone-sda.ch / STR (Mohammed Hajjar)
Fonte ats
Gaza, gli aiuti bloccati e lo spettro della carestia
L'Onu lancia l'allarme. E l'Oxfam, in un nuovo rapporto, punta il dito contro le autorità israeliane

GAZA - Ormai da mesi le autorità israeliane impediscono l'ingresso a Gaza di aiuti fondamentali inviati da organizzazioni umanitarie di tutto il mondo, per soccorrere milioni di sfollati allo stremo. A soli 2,3 chilometri da Israele e a 40 chilometri da Gaza, in un magazzino ad Al Arish, sono stoccate bombole di ossigeno, incubatrici per neonati, attrezzature sanitarie per curare i feriti o impedire il dilagare di epidemie.

È l'allarme lanciato da Oxfam con un nuovo report, di fronte al respingimento arbitrario da parte delle autorità israeliane di beni indispensabili per la popolazione, classificati come beni "a duplice uso", ovvero beni civili con potenziale uso militare.

Il dossier denuncia come gli aiuti rifiutati siano solo un esempio di come Israele abbia reso il sistema di risposta umanitaria a Gaza volutamente pericoloso o inefficace per salvare il maggior numero possibile di vite. "Il Governo Israeliano sta venendo meno alle proprie responsabilità legali nei confronti della popolazione di Gaza in quanto Paese occupante, violando inoltre una delle disposizioni chiave della Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia, secondo cui l'accesso agli aiuti umanitari ai civili deve essere garantito alla luce del rischio di genocidio nella Striscia", sottolinea Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia.

"Siamo di fronte a una catastrofe umanitaria che Oxfam, come altre organizzazioni sul campo, cerca di fronteggiare nel modo più efficace possibile, date le enormi difficoltà del momento. I bisogni crescono esponenzialmente di giorno in giorno e se Israele non prenderà subito provvedimenti il numero di vittime causato anche da fame e epidemie potrebbe crescere ben oltre i 31 mila morti causati ad oggi dalla guerra".

La cosa più grave - denuncia il rapporto - è che dalla pronuncia della Corte, che avrebbe dovuto scuotere i leader israeliani, non c'è stato nessun cambio di rotta, con ulteriore peggioramento della situazione umanitaria. Negli ultimi 157 giorni di guerra, Israele ha fatto entrare a Gaza 15.413 camion, ma ne servirebbero il sestuplo (90mila) per soddisfare i bisogni più basilari. A febbraio, il dato è ancora più sconcertante perché l'autorizzazione è stata concessa ad appena 2.874 camion, con una riduzione del 44% rispetto al mese precedente.

Le decisioni di Israele impediscono di fatto ogni tipo di aiuto internazionale, ostacolato dalle operazioni militari che sono senza precedenti quanto a intensità, brutalità e portata. Gli stessi leader israeliani lo hanno definito un "assedio totale". L'assalto di Israele ha praticamente reso "impossibile" l'intervento degli operatori umanitari che si sono ritrovati di fronte a condizioni di sfollamento e privazioni di massa, con il 75% dei rifiuti solidi scaricato in siti casuali, il 97% delle acque sotterranee reso inutilizzabile per uso umano ovunque all'interno della Striscia.

L'allerta dell'Onu: «Entro maggio nel nord sarà carestia»
Anche l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'agricoltura (Fao) ha lanciato un allarme, per il peggioramento della crisi alimentare nella Striscia di Gaza, dove si prevede una situazione di carestia entro il prossimo maggio nei governatorati settentrionali. È quanto emerge da un nuovo rapporto dell'iniziativa globale Integrated food security phase classification (Ipc). Secondo quanto riferisce in una nota la Fao, anche il resto della Striscia corre il rischio di una futura carestia, nel caso le ostilità non cessassero e l'assistenza umanitaria non raggiungesse le persone più bisognose.

Secondo il rapporto dell'Ipc, metà della popolazione della Striscia - ovvero circa 1,11 milioni di persone - "sperimenta un'insicurezza alimentare catastrofica" (Fase 5). Rispetto alla precedente analisi dell'Ipc, pubblicata nel dicembre 2023, l'insicurezza alimentare acuta nella Striscia di Gaza si è approfondita e ampliata, con il 79% e il 92% in più di persone che scivolano verso livelli catastrofici di fame rispettivamente nell'attuale periodo (metà febbraio-metà marzo) e nel periodo previsto (metà marzo - luglio).

Questo "conferma ciò che tutti temevamo: un deterioramento sempre più profondo e rapido della situazione della sicurezza alimentare a Gaza. Metà della popolazione si trova ad affrontare livelli catastrofici di insicurezza alimentare", ha affermato il vice direttore generale della Fao, Beth Bechdol.

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