Dopo la destituzione di Castillo la popolazione peruviana ha preso le strade. Ora il neo-governo potrebbe applicare nuove misure
LIMA - Il governo del Perù esaminerà oggi a Lima l'opportunità di dichiarare lo stato di emergenza nelle zone del sud (Apurímac, Arequipa e Ica) del Paese dove le proteste contro il governo e a sostegno dell'ex presidente Pedro Castillo sono state più intense negli ultimi quattro giorni.
L'ipotesi di emergenza e di un intervento quindi anche delle forze armate a sostegno di quelle dell'ordine è stato anticipato la notte scorsa nel discorso con cui la presidente Dina Boluarte ha annunciato l'intenzione di anticipare le elezioni generali dal 2026 al 2024.
La radio RPP ha confermato nei suoi notiziari mattutini il bilancio di due morti e 30 feriti, fra cui un'adolescente che rischia di perdere la vista, delle manifestazioni avviate dopo l'arresto dell'ex presidente Pedro Castillo il 7 dicembre.
I dimostranti hanno bloccato numerose vie di comunicazione, fra cui la statale Panamericana Sur e Norte, e si sono scontrati con la polizia a Lima e in varie località, con particolare intensità nella regione di Apurímac, dove l'aeroporto di Andahuaylas è tenuto sotto assedio.
Da segnalare inoltre che, in una seduta notturna, il Parlamento ha discusso e concesso alla Procura generale l'autorizzazione per avviare il processo di Castillo, accusato di aver tentato di realizzare un colpo di stato proponendo la chiusura dell'Assemblea legislativa e lo svolgimento di elezioni anticipate.
Infine, nelle sue prime dichiarazioni dopo il recente insediamento alla guida del governo peruviano, il premier Pedro Angulo ha affermato questa che le proteste svoltesi ad Andahuaylas «corrispondono a un secondo momento del colpo di stato realizzato da Castillo».