Al centro vi è ancora la vicenda delle pizze contaminate. Il colosso respinge le accuse: «Il sito do Caudry autorizzato a operare»
PARIGI - Una avvocata francese ha presentato al tribunale di Parigi due nuove denunce contro Nestlé Francia per la vicenda delle pizze col marchio Buitoni contaminate dal batterio Escherichia coli (E. coli). La filiale del gigante alimentare vodese respinge le accuse.
Due nuove denunce sono state inviate per posta raccomandata all'Unità della sanità pubblica (PSP) della procura di Parigi, ha dichiarato oggi Nathalie Goutaland all'agenzia di stampa economico-finanziaria Awp, confermando le informazioni diffuse dall'emittente radiofonica pubblica France Info. Ha aggiunto di aver inviato una lettera al giudice istruttore per informarlo.
Le denunce riguardano - in una traduzione letterale in italiano dei relativi reati secondo il diritto francese - la messa in pericolo della vita altrui per imprudenza, negligenza o inosservanza di un obbligo di diligenza o di sicurezza prescritto dalla legge o da un regolamento, l'inganno aggravato e la mancanza di approvazione sanitaria.
Il procedimento è rivolto contro «la Société de produits alimentaires de Caudry (SPAC), che gestisce il sito di produzione e che avrebbe dovuto detenere questa approvazione, ma anche Nestlé Francia, che è azionista unico», ha aggiunto la legale.
Il 18 marzo 2022, Nestlé Francia ha richiamato le sue pizze e ha chiuso due linee di produzione presso il sito Buitoni a Caudry, nel nord dell'Esagono, dopo gravi casi di avvelenamento da E. coli. Quattro giorni dopo, la PSP della procura di Parigi ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo, inganno e messa in pericolo della vita altrui (sempre in traduzione letterale).
Le autorità sanitarie avevano annunciato di aver stabilito un legame tra il consumo di queste pizze e diversi casi gravi di contaminazione: decine di bambini francesi si sono ammalati e due sono morti.
A dicembre è stata riavviata solo una delle due linee di produzione dello stabilimento. Quella che produceva le pizze a pasta cruda della gamma Fraîch'Up, su cui cadono i sospetti, non ha ricevuto la necessaria autorizzazione per ripartire.
Da parte sua, Nestlé, contattata da Awp, si difende. «La SPAC respinge tutte le accuse mosse dalla signora Goutaland», ha dichiarato un portavoce di Nestlé Francia. «Il sito di Caudry ha e ha sempre avuto tutte le autorizzazioni necessarie per la sua attività», ha aggiunto.
Nestlé Francia sottolinea che nel sito di Caudry non vengono utilizzate materie prime che richiedono un'autorizzazione sanitaria. L'azienda ribadisce inoltre la volontà di continuare a collaborare pienamente con le autorità, come ha fatto fin da subito.