Il grande accusatore di Papa Francesco è al centro di un processo penale extragiudiziale
CITTÀ DEL VATICANO - Monsignor Carlo Maria Viganò, ex Nunzio apostolico negli Stati Uniti, è accusato di scisma, di aver negato la legittimità di Papa Francesco e di aver rifiutato il Concilio Vaticano II.
A comunicarlo è lo stesso arcivescovo, che ha diffuso sui social copia della e-mail inviatagli dal Dicastero per la Dottrina della Fede nel quale viene data notizia dell'avvio di un processo penale extragiudiziale nei suoi confronti. La comunicazione prevede la sua comparizione, in persona o rappresentato da un legale, per la giornata del 20 giugno. «Presumo che anche la condanna sia già pronta, visto il processo extragiudiziale.
𝗖𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼 𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗼𝘀𝗶𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗮𝘃𝘃𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗿𝗼𝗰𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗽𝗲𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗲𝘅𝘁𝗿𝗮𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗱𝗲𝗹𝗶𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝘀𝗰𝗶𝘀𝗺𝗮 (art. 2 SST; can. 1364 CIC)
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) June 20, 2024
Il Dicastero per la Dottrina della Fede mi ha comunicato, con una semplice… pic.twitter.com/mYWGBVTwDK
«Considero le accuse rivolte nei miei riguardi come un motivo di onore» ha dichiarato Viganò. «Credo che la formulazione stessa dei capi d’accusa confermi le tesi che ho più e più volte sostenuto nei miei interventi. Non è un caso che l’accusa nei miei confronti riguardi la messa in discussione della legittimità di Jorge Mario Bergoglio e il rifiuto del Vaticano II: il Concilio rappresenta il cancro ideologico, teologico, morale e liturgico di cui la bergogliana “chiesa sinodale” è necessaria metastasi».
Viganò nel 2018 chiede le dimissioni di Francesco accusandolo di aver coperto un cardinale statunitense, abusatore di seminaristi. Negli anni l'alto prelato ha appoggiato una serie di teorie complottiste e le sue posizioni sono comuni ad alcune frange tradizionaliste e di estrema destra americane.
«Monsignor Viganò ha assunto alcuni atteggiamenti e alcuni gesti di cui deve rispondere», ha replicato il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin. Interpellato a margine di un convegno alla Pontificia Università Urbaniana e citato dal Corriere della Sera, Parolin ha assicurato che a Viganò verrà data «la possibilità di difendersi» e si è rammaricato per quanto sta accadendo. «Mi dispiace tantissimo perché l'ho sempre apprezzato come un grande lavoratore, molto fedele alla Santa Sede, che era in un certo senso anche d'esempio. Quando era Nunzio apostolico ha lavorato bene. Cosa sia successo non lo so...».