Continuano i raid israeliani nella Striscia. Medici senza frontiere: «Stiamo esaurendo le forniture mediche essenziali».
TEL AVIV/GAZA - Almeno 112 palestinesi sono rimasti uccisi nelle ultime 24 ore in vari attacchi israeliani su tutta la Striscia di Gaza, inclusi donne e bambini. Almeno 33, di cui 18 bambini, risultano essere morti in tre raid separati su altrettante strutture, ex scuole, che ospitano sfollati palestinesi nella zona di Gaza City. Lo scrive Al Jazeera, che cita fonti locali, inclusa la protezione civile di Gaza.
La nuova offensiva - L'esercito israeliano (Idf) ha annunciato di aver lanciato una nuova offensiva di terra a est di Gaza City venerdì per espandere la zona di sicurezza che ha stabilito all'interno del territorio palestinese.
«Nelle ultime ore... le truppe hanno iniziato a condurre attività di terra nell'area di Shejaiya nel nord di Gaza, al fine di espandere la zona di sicurezza», ha affermato l'esercito in una dichiarazione.
«Mancano i beni primari» - Sulla situazione disperata che vive la popolazione civile è tornata a parlare l'associazione Medici senza frontiere. «Le persone sono private di beni primari, come cibo, acqua e medicine, mentre le forze israeliane continuano a bombardare».
Negli ospedali si susseguono gli arrivi delle ambulanze che trasportano i feriti, ma «a causa del razionamento dei medicamenti le nostre équipe attive in alcune cliniche di assistenza sanitaria di base devono curare le ferite dei pazienti senza fornire alcun antidolorifico»scrive l'associazione sul proprio sito.
E parla di «una vera e proprio punizione collettiva» dopo il taglio dell'elettricità che è necessaria anche per «alimentare gli impianti di desalinizzazione dell'acqua».
Intanto l'ONU, tramite il suo ufficio per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), dichiara che «il 65% della Striscia di Gaza è soggetta a divieto di accesso("no-go"), o sottoposto a ordine di sfollamento israeliano, oppure a restrizioni che impongono il permesso israeliano alle operazioni umanitarie», denunciando che «tutti i valichi sono completamente chiusi per i rifornimenti in arrivo ormai da 2 mesi e le operazioni umanitarie sono ostacolate».