La revoca della decisione del governo per una Pasqua "blindata" è arrivata dopo un fuoco incrociato di critiche
La cancelliera ha convocato questa mattina un vertice a sorpresa con i Länder e ha chiesto scusa ai cittadini.
BERLINO - Il 24 marzo 2021 resterà con ogni probabilità ben stampato nei ricordi di Angela Merkel. All'indomani della decisione, fortemente voluta dalla cancelliera tedesca, di stringere ulteriormente la vite in vista del periodo delle festività pasquali, tutta la frustrazione della Germania - che, lo ricordiamo, si trova in stato di lockdown dal 16 dicembre scorso - si è riversata questa mattina sui titoli dei giornali, che in apertura hanno attaccato frontalmente la strategia del governo. Poche ore dopo, a sorpresa, Merkel ha fatto un passo indietro, revocando tutto.
Un piano - quello concordato dopo oltre dodici lunghe ore di trattative tra Berlino e i rappresentanti dei Länder - «senza coraggio e senza idee» ha tuonato la Bild. Il conservatore Die Welt lo ha etichettato come «stupido». Mentre la Süddeutsche Zeitung ha riassunto il tutto con un perentorio «dodici ore e molta frustrazione».
I due giorni della discordia
E nel mirino delle critiche non ci sono finite solo le restrizioni, ma soprattutto la decisione di istituire due "Ruhetage" in aggiunta ai giorni festivi già in calendario. Uno stop che il mondo economico ha subito bersagliato e che è stato messo in dubbio da alcuni Stati federati che lo ritenevano inapplicabile.
Nel mezzo di un fuoco incrociato di pressioni, il risveglio di Merkel non sarà stato dei più rilassati. Sulla cancelliera, che vive un momento politicamente poco sereno dopo il crollo accusato dal suo partito alle recenti regionali, pesa anche la diffusa frustrazione di una popolazione che ormai vive "sotto chiave" da quasi tre mesi e mezzo. Una serie di tasselli del domino allineati che questa mattina sono crollati innescando la convocazione di un vertice blitz con i Länder.
«È stato un errore. Chiedo scusa»
A quel punto il "mea culpa" di Merkel è stato immediato. «È stato un errore» e quindi «deve essere chiamato come tale» e «corretto per tempo». Poi è stata la volta delle scuse. «So che questo procura dell'altra insicurezza e chiedo perdono a tutti i cittadini e a tutte le cittadine», ha detto la cancelliera dopo l'incontro con i Länder, confermando la revoca dei due "Ruhetage", che ha riconosciuto essere non realizzabili «in così poco tempo».
Ma anche i ministri presidenti dei Länder, o perlomeno alcuni di loro, hanno riposto l’ombrello per mettersi sotto la pioggia al fianco di Angela Merkel. «Credo sia necessario che tutti si scusino» ha detto il presidente bavarese, Markus Söder, ricordando che la decisione era stata presa in modo collegiale dagli Stati. E sulla stessa linea si sono schierati anche Winfried Kretschmann e Armin Laschet, rispettivamente ministri-presidenti del Baden-Württemberg e del Nordreno-Westfalia. «Tutti abbiamo concordato» le misure e «tutti abbiamo espresso preoccupazione», ha rimarcato il numero uno dell’Unione Cristiano-Democratica. Però «alla fine tutti e sedici abbiamo detto: “Facciamo così”».