«Stiamo iniziando un percorso incerto e difficile» afferma Carles Puigdemont. Popolari e destra insorgono
MADRID / BARCELLONA - «Oggi Junts e il Psoe hanno firmato un accordo in cui si accettano le condizioni per avviare un negoziato politico nei termini da noi richiesti e per risolvere il conflitto storico tra Spagna e Catalogna». Lo sottolinea il leader di Junts, il partito indipendentista catalano, Carles Puigdemont, commentando a Bruxelles l'accordo di governo raggiunto con Il Partito socialista.
«Un percorso incerto e difficile» - «Stiamo iniziando un percorso incerto e difficile. Lo sappiamo. Oggi - aggiunge - non abbiamo altro da festeggiare se non l'avvio di un processo di negoziazione. Non è la soluzione a tutto, e c'è sfiducia. Ci separano ancora enormi distanze, ma stiamo entrando in una fase inedita, senza precedenti. Ma è un modo con cui si restituisce la politica a ciò che appartiene alla politica. Senza il rispetto e l'avanzamento dei patti non ci sarà accordo di legislatura».
«Un accordo della vergogna» - Da parte sua il leader del Partito popolare Alberto Nunez Feijòo ha sostenuto che «tra Junts e il Psoe è stato raggiunto un accordo della vergogna che mette in crisi l'uguaglianza degli spagnoli davanti alla legge, non risolve i problemi, anzi li aggrava rafforzando l'indipendentismo indebolendo il sistema delle autonomie».
«È un attacco alla democrazia spagnola senza precedenti: il golpismo di altre occasioni sfidava i primi ministri, ora viene dal primo ministro. Il Psoe ha sotterrato la sua natura costituzionale. Sánchez, pur di andare al governo, ha ceduto totalmente al ricatto degli indipendentisti, un ricatto che pagheremo tutti. Ha concesso un'amnistia che mette in crisi la separazione dei poteri e umilia il potere giudiziario», ha aggiunto. «Lotteremo con tutti i mezzi, in parlamento come nelle piazze, in modo fermo ma sereno, per dare voce alla maggioranza degli spagnoli, ma anche alla maggioranza dei socialisti e dei catalani che sappiamo essere contrari a questo accordo», ha promesso Feijòo.
«S'è messo in marcia il golpe contro la democrazia» - Anche Santiago Abascal, leader del partito di estrema destra Vox, ha criticato l'intesa affermando che «s'è messo in marcia il golpe contro la democrazia e la legge: ora bisogna mobilitarsi in modo totale e permanente in parlamento e nelle strade».
«Non è il momento di dividersi tra partiti, è il momento dell'unità del popolo: daremo il nostro appoggio a tutte le manifestazioni pacifiche a favore della libertà e della democrazia, ma sappiamo che Sánchez come il ministero dell'interno vuole criminalizzare la protesta. Serve una resistenza civile - aggiunge - che non sia violenta ma ferma».