«Sono arrivato in ufficio, mi hanno dato il laptop e mi hanno detto: “Vai a casa”», storie di inizi in homeworking
DUBLINO - Iniziare un nuovo lavoro non è mai semplice, farlo in remoto a causa del coronavirus, può essere ancora più spiazzante. Ecco qualche spunto, direttamente dalle pagine dell'Irish Times, che ha recentemente raccolto una serie di testimonianze di neoassunti... via web.
«La parte più difficile è conoscere i colleghi, le modalità di lavoro e la cultura aziendale», spiega Kirsty C. ,«mi ha aiutato tantissimo la possibilità di un incontro (fugace) con gli altri, dopo di che ho potuto fare tutto da sola».
Dopo un colloquio via Zoom, la strada è sempre in salita, secondo Liam M.: «Sono arrivato in ufficio, mi hanno dato il laptop e mi hanno detto: “Vai a casa”. Una cosa ostica per me è stata mantenere una costante buona impressione, in quel quadratino sullo schermo...». Per lui il mantra è curare l'aspetto e la location: «Mi vesto bene ogni giorno, mi aiuta ad approcciare il lavoro con la giusta mentalità. Magari non lasciate i panni ad asciugare dietro di voi».
A Sorcha J., invece, la cosa che è più mancata è stata proprio l'ufficio: «Imparo quello che c'è da fare per osmosi e confronto con gli altri, stare da sola ha reso tutto più complicato... per ogni cosa è necessario scrivere un'email formale! Per fortuna i miei colleghi sono stati davvero accomodanti, abbiamo passato molto tempo al telefono per conoscerci e capirci».