Fino a 150 autisti si metterebbero al volante delle autobotti per consegnare i rifornimenti alle stazioni di servizio
LONDRA - L'Esercito britannico è pronto a scendere in campo per cercare di alleviare la penuria di carburante che da quattro giorni sta affliggendo il Regno Unito.
Lunghe code di veicoli in attesa di fare rifornimento sono state avvistate praticamente in ogni area del paese. Com'è noto, il problema non riguarda le raffinerie - il carburante è abbondante - ma la consegna nelle varie stazioni di servizio: mancano conducenti per le autocisterne, ed è qui che entrano in gioco i militari: fino a 150 addetti si preparano a guidare i veicoli fino alle aree di servizio, così da soddisfare la domanda. Si tratta di un «passo sensato e precauzionale», ha dichiarato il segretario di Stato per gli affari economici, l'energia e la strategia industriale Kwasi Kwarteng. «Se necessario, il dispiegamento di personale militare fornirà alla catena di approvvigionamento una capacità aggiuntiva come misura temporanea per aiutare ad alleviare le pressioni causate da picchi nella domanda localizzata di carburante».
Il segretario ai Trasporti britannico Grant Shapps ha dichiarato: «Stiamo iniziando a vedere moderati segni di acquisti dettati dal panico». Il governo ha incolpato la popolazione per aver preso d'assalto le stazioni di rifornimento, andando così a esaurire le scorte e bloccando la circolazione nelle aree circostanti. Il prezzo della benzina senza piombo è ai massimi da otto anni e alcuni distributori hanno alzato i prezzi, in conseguenza dell'impennata della domanda. I principali fornitori di carburanti hanno cercato di rassicurare la clientela: con le forniture inalterate alla fonte, la penuria di carburante dovrebbe allentarsi entro breve tempo.
Il governo Johnson ha autorizzato un'estensione delle patenti di guida speciali, che consentono ai conducenti di trasportare merci come il carburante. Sono comunque palliativi che non risolvono il vero problema: la mancanza post-Brexit di oltre 100mila autisti di mezzi pesanti. La crisi di approvvigionamento non riguarda solo benzina e diesel ma anche industrie e catene alimentari, come testimoniano i molti scaffali vuoti nei supermercati.