L'intervista de Il Sole24Ore al manager del personale: non più «frustrati» dai 5 giorni in presenza ma ora più liberi e responsabilizzati.
MILANO - «Il posto di lavoro non è dove sei, ma quello che fai e il valore che crei», parola di uno che in Italia gestisce un migliaio di dipendenti, chief people officer per un gruppo leader assicurativo e finanziario. Il tema - se lavorare in presenza cinque giorni a settimana o dare nuovo vigore allo smart working -, è stato affrontato in un'intervista al responsabile del personale Gianfranco Chimirri da Il Sole 24 Ore.
Se non tutti i "capi" concordano sull'opportunità di continuare il lavoro da remoto, sulla scia del triennio pandemico (2020-2023), gli impiegati invece ben si erano adattati a fare a meno del "commuting", cioè il pendolarismo che ci si palesa quotidianamente nella sua più fastidiosa manifestazione: strade cantonali e autostrada intasate, mattina e sera, da lunedì a venerdì.
Il modello del 40% in ufficio - Ma accanto ai lavoratori affezionati all'idea del lavoro da casa c'è appunto anche il 48enne professionista del gruppo Sace, che sull'argomento ha le idee chiare. A partire dall'elaborazione del concetto di sé come «leader ibrido», perché «la presenza fisica in un luogo non è sempre vitale», purché ci sia un modello da seguire ben preciso.
«Passare il 40% del tempo in ufficio è la misura ideale per tenere in vita il capitale sociale delle organizzazioni», spiega il direttore del personale al quotidiano finanziario. Agggiungendo che le attività in ufficio, spese con i colleghi devono essere per lo più quelle legate all'«innovazione e alla creazione di idee», ai «confronti su progetti» e allo «sviluppo». Insomma, un 40% del tempo per "fare squadra" e dedicare tempo al capitale umano dell'azienda.
E il restante 60%? Lo si dedica alle attività di studio, al "paper work", fatto di tanta carta (documenti, comunicazioni), e allo sviluppo di quanto stabilito in riunione. Tutte attività che possono essere svolte a casa, o in viaggio, insomma, «dove trovo una dimensione per concentrarmi».
Il buon capo no sta solo in ufficio - C'è poi un elemento nuovo che Chimirri rivendica per il manager moderno. Eccolo: «La logica del "passo 5 giorni in ufficio" è contro uno dei principi della leadership». In altre parole, un buon capo non può rinunciare al confronto e al contatto con l'esterno, siano essi «clienti, mondo accademico, start up, nuove tecnologie». Perchè «viaggiare, conoscere, esporsi alle idee» esterne è basilare, per portare «valore aggiunto all’interno» del proprio ufficio.
Il giusto mix casa/lavoro - Dunque - e questo vale per i dirigenti così come per i dipendenti -, si deve trovare il giusto mix tra lavoro da casa e in presenza. Perchè se il troppo "stare a casa" «genera disingaggio emotivo totale con l’organizzazione, per cui il lavoratore fa quello che fa in maniera asettica», dall'altra parte, passare tutta la settimana stretto tra azienda e traffico genera «frustrazione per non poter vivere un momento importante», come quello passato con i propri familiari o speso per un hobby. Parole sante, verrebbe da dire.
«Siamo tutti leader» - Non è tutto. Per un piano del personale che funzioni è infatti necessaria prima la fiducia e poi la responsabilizzazione di ogni singolo "lavoratore ibrido"; cosa che passa attraverso il «senso» di ciò che si fa, ovvero lo scopo che ogni individuo deve avere chiaro in mente, così come il contributo che è in grado di portare all'interno di una comune visione aziendale.
Il tutto «in un contesto di leadership diffusa», dove adesso «siamo tutti leader». Ed ecco che all'interno del nuovo modello di piramide delle responsabilità - illustrato da Chimirri - non ci sono più diktat ma ciascuno si muove seguendo una comune «direzione strategica», dettata dal nuovo «senior leader», che è motivatore del personale, usando due strumenti: «Mente e cuore».
Con la possibilità di scegliere di lavorare quattro o cinque giorni, grazie a «dei tool di intelligenza artificiale generativa», utili a «realizzare le attività routinarie e a basso valore aggiunto». Benvenuti nel futuro.