Per i mesi a venire la direzione si aspetta una pressione sui ricavi
ZURIGO - Più soldi in entrata, ma - complice il coronavirus - patrimoni amministrati in calo: si presenta così il primo trimestre per EFG International, gruppo bancario zurighese che quattro anni or sono ha inglobato la luganese BSI.
Il periodo in rassegna è stato caratterizzato da afflussi netti di denaro del 2,5% su base annua, indica la società in un comunicato odierno. A trainare la crescita sono stati soprattutto Regno Unito, Europa continentale, Medio Oriente e America Latina, mentre l'Asia segnala una contrazione.
Il cattivo andamento dei mercati finanziari ha avuto un pesante impatto sui patrimoni amministrati, scesi a fine marzo a 140 miliardi di franchi, contro i 154 di fine dicembre. In aprile si è assistito peraltro a un lieve recupero, fa sapere EFG.
L'attività della clientela si è rivelata sostenuta, ciò che ha permesso di generare introiti record in materia di commissioni. Le scosse provocate dal Covid-19 hanno avuto influsso soprattutto sul portafoglio obbligazionario; a livello di crediti EFG indica di aver subito solo perdite trascurabili. La capitalizzazione e le liquidità rimangono solide.
Per i mesi a venire la direzione si aspetta una pressione sui ricavi. Per farvi fronte è prevista un'accelerazione delle misure di riduzione dei costi. Intanto l'85% dei dipendenti lavora attualmente da casa per proteggersi dall'epidemia.
EFG International è stata fondata nel 1995 e dal 2005 è quotata alla borsa svizzera. Nel 2016 ha acquisito la BSI (ex Banca della Svizzera italiana), l'istituto luganese nato nel 1873 e travolto - attraverso la sua filiale di Singapore - dalla vicenda di corruzione del fondo sovrano della Malaysia 1MDB. Oggi EFG è presente in 40 località mondiali fra cui sette svizzere, comprese Lugano, Chiasso e Locarno.