Secondo il direttore della SECO attualmente in Svizzera vi è «piena occupazione». Zürcher non si è invece espresso su Credit Suisse.
ZURIGO - In Svizzera attualmente c'è «piena occupazione» e un ulteriore calo del tasso dei senza lavoro è «improbabile». A dirlo, commentando i dati odierni sui disoccupati, è Boris Zürcher, direttore della divisione del lavoro presso la Segreteria di stato dell'economia (SECO). Preoccupa invece la carenza di manodopera.
Secondo le cifre pubblicate oggi proprio dalla SECO, anche a marzo è proseguita la tendenza al ribasso del tasso di disoccupazione, sceso al 2,0% dal 2,1% registrato in febbraio. Bisogna tornare indietro fino al 2001 (1,7%) per trovare una quota inferiore nel terzo mese dell'anno.
Alla fine di marzo, le persone iscritte presso gli Uffici regionali di collocamento (URC) erano 92'755, ossia 5'697 in meno rispetto a febbraio e 16'745 in meno nel confronto con dodici mesi prima. Il tasso di 2,0% è molto vicino all'1,9% di settembre e ottobre 2022, ovvero quello più contenuto degli ultimi 20 anni.
«In Svizzera c'è piena occupazione», ha affermato Zürcher nel corso di una conferenza telefonica. Prove di ciò, ha argomentato, sono il numero dei disoccupati di lunga data (in calo per il 21esimo mese di fila), i tassi inferiori all'1% in vari cantoni e la completa normalizzazione del lavoro ridotto.
Per l'esperto, non bisogna aspettarsi un'ulteriore diminuzione, ha dichiarato, aggiungendo di attendersi un movimento laterale nei prossimi mesi.
Difficile invece fare previsioni sull'impatto sul quadro generale dei probabili licenziamenti di massa a seguito dell'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS. «È decisamente troppo presto per esprimersi in merito», si è limitato a dire Zürcher.
Lo specialista ha d'altro canto sottolineato come il mercato del lavoro sia al momento molto arido: l'assunzione di nuovi lavoratori sarebbe quindi benvenuta. «La carenza di manodopera è molto elevata», ha rimarcato.
Oltre alle annose lacune strutturali di lavoratori qualificati, come nel settore sanitario, una delle ragioni di tale fenomeno è il cambiamento demografico. Secondo Zürcher, a causa dell'età della popolazione, le persone che entrano nel mercato del lavoro sono meno numerose di quelle che lo lasciano. Inoltre, sempre stando al funzionario della SECO, c'è una tendenza alla riduzione della mole di lavoro per individuo.
Zürcher ha evidenziato come esista un potenziale non sfruttato tra le donne, che spesso lavorano a tempo parziale, e tra chi è più in là con l'età. La partecipazione di queste categorie alla forza lavoro in Svizzera è però già superiore alla media internazionale, ha precisato l'esperto.