I prezzi degli immobili sono aumentati quasi ovunque. Lo sci? Non è più il fattore determinante
CRANS-MONTANA - Gli immobili delle località più in vista dell'arco alpino sono sempre più cari. È quanto afferma l'Alpine Property Report 2025 di Knight Frank, società globale di consulenza nel mercato immobiliare, che ha analizzato una serie di destinazioni tra Francia, Austria e Svizzera.
I rialzi - Lo studio analizza le cifre relative al 2024 e indica come i prezzi siano aumentati in media del 3%. La località che ha avuto il maggior rincaro è la francese Courchevel 1850, con un incremento del 9%. Mediamente, però, è la Svizzera che ha visto il rialzo più consistente (3,5% contro l'1,5% francese). Con i picchi di Crans-Montana (7%), Klosters (6%), St. Moritz e Davos (5,6% e 5,5%). L'aumento più contenuto? Quello di Zermatt (0,7%).
Gstaad regina nel prezzo - Se parliamo di prezzi, Gstaad e St. Moritz sono in testa alla classifica. Nella località del Canton Berna si raggiungono i 38'750 franchi per metro quadrato, mentre nella perla grigionese si superano i 31mila franchi, sempre al metro quadro. Cifre da capogiro, giustificate da «l'offerta unica della Svizzera e la stabilità economica».
Più wellness che sci - Ma cosa cercano gli acquirenti internazionali quando mettono gli occhi sulle destinazioni alpine? Il segmento wellness, con i servizi per la salute e il benessere, diventa sempre più importante rispetto al lato ludico/sportivo. Meno sci, quindi, e più escursioni e ritiri. Chi è poi colui che vuole prendere casa all'ombra del Cervino o delle altre cime? L'interesse è particolarmente marcato da parte della clientela statunitense, che trae vantaggio dalla forza del dollaro e da una serie di altri fattori.
Non solo inverno - Una buona notizia per il settore è la tendenza a una marcata destagionalizzazione, con arrivi spalmati in tutto l'anno e non solo nei periodi legati alla neve (variabile sempre più imprevedibile in epoca di riscaldamento globale). «Questa tendenza incrementa la domanda di proprietà alpine» osservano da Knight Frank.
Domanda elevata, offerta limitata - Spiega Kate Everett-Allen, responsabile del dipartimento di ricerca per gli immobili residenziali europei: «Il mercato immobiliare alpino ha dato costante prova di resilienza. La domanda rimane elevata, mentre l'offerta è limitata, sostenuta dalla tendenza dello smart working, dall'aumento delle pensioni anticipate e dalla crescente attenzione per la salute e il benessere». I cambiamenti in corso «riflettono l’evoluzione delle preferenze degli acquirenti e il fascino sempre maggiore della vita di montagna al di lì degli sport invernali».
C'è chi vuole viverci - Allo studio hanno preso parte 730 individui facoltosi. Il 43% di essi ha risposto che la motivazione primaria nell'acquisto di una proprietà alpina è quella di avere una casa di vacanza, mentre per un 36% si tratta di un investimento. Ma c'è anche un 9% che considera di trasferirsi a vivere definitivamente in queste località d'alta quota, ricche di fascino e comfort.