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GUERRA COMMERCIALE

Dazi e disoccupazione: «Il mercato del lavoro reagisce con un ritardo di sei mesi»

La Seco non esclude danni collaterali alla Svizzera dalla guerra commerciale scatenata dagli Stati Uniti
Depositphotos (EdZbarzhyvetsky)
Fonte Ats
Dazi e disoccupazione: «Il mercato del lavoro reagisce con un ritardo di sei mesi»
La Seco non esclude danni collaterali alla Svizzera dalla guerra commerciale scatenata dagli Stati Uniti

BERNA - Il tasso di disoccupazione destagionalizzato si è attestato al 2,8% in Svizzera in marzo, in leggero aumento rispetto al 2,7% di febbraio: non è però ancora possibile determinare una tendenza sulla base di queste cifre, secondo la Segreteria di Stato dell'economia (Seco).

L'evoluzione mostra piuttosto «segni di normalizzazione» dopo che il mercato del lavoro si era quasi surriscaldato dopo la pandemia, ha affermato in una conferenza telefonica Jean-Christophe Lanzeray, dirigente della Direzione del lavoro presso la Seco, commentando i dati diffusi di primo mattino dai suoi funzionari.

Nel frattempo però l'annuncio dei dazi da parte del presidente americano Donald Trump ha reso la situazione molto più incerta. Le previsioni di sviluppo economico pubblicate a metà marzo della Seco si basavano infatti sullo status quo di allora. «Ora la probabilità di uno sviluppo meno favorevole è aumentata», ha spiegato Lanzeray.

La Confederazione - ha ricordato - è colpita dalle barriere doganali in due modi: in primo luogo esse incidono sulla domanda di prodotti elvetici e, secondariamente, ci sono effetti indiretti attraverso lo sviluppo dell'economia globale. Se dovesse verificarsi un vero e proprio conflitto commerciale tra gli Stati Uniti e l'Unione Europea, ad esempio, la Svizzera rischierebbe certamente di subire danni collaterali.

Ci vorrà comunque del tempo prima che gli effetti siano effettivamente visibili nei dati della disoccupazione. «Il mercato del lavoro reagisce normalmente con un ritardo di circa sei mesi», ha osservato l'esperto. E finché non si conoscono le misure in concreto, anche gli effetti sono difficili da prevedere.

Riguardo al lavoro ridotto, il funzionario ha detto di comprendere la richiesta delle associazioni padronali di estendere il periodo massimo per poterne beneficiare: questa potrebbe essere una delle possibili misure di sostegno per far fronte alla situazione. La decisione spetta comunque al Consiglio federale ed è difficile fare una valutazione prima di sapere l'esito dei negoziati e l'entità effettiva dei dazi, ha concluso.

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