Uno scenario catastrofico? Nemmeno troppo, secondo la visione che Nightpresence ha instillato in "Terminus", il suo nuovo EP
LOCARNO - Suoni che arrivano dal futuro, atmosfere malinconiche, un cantato in lingua francese - che vuole essere una riflessione sulla società contemporanea e sul destino dell’umanità in un mondo sempre più dominato dalla tecnologia.
Tutto questo è "Terminus", il nuovo EP realizzato dall'artista ticinese Nightpresence. Anzi, come lui stesso sottolinea, «è più di un semplice EP; è un’esperienza sensoriale che trasporta l’ascoltatore in un mondo distopico e avvincente». Il mondo evocato da "Terminus" è all'insegna di un'umanità sempre più dipendente dalle macchine e di un mondo nel quale le risorse naturali scarseggiano. A partire dall'ossigeno stesso, elemento imprescindibile della vita. Nella parte visual del progetto Nightpresence respira attraverso una maschera connessa a un dispositivo che ospita una pianta, «simbolo di vitalità e di ossigeno in un mondo soffocante di inquinamento».
Le sonorità di "Terminus" dipingono paesaggi urbani decadenti e città illuminate al neon. Tutto è finalizzato al raggiungimento di questo obiettivo: i testi evocativi, lo stato d'animo che Nightpresence rappresenta. È musica ma anche una sfida lanciata all'ascoltatore: per evitare un futuro di questo genere bisogna prendere l'iniziativa, prima che sia troppo tardi.
Ma chi è Nightpresence? È una figura particolare del panorama musicale rossocrociato. Ha iniziato esplorando il mondo della produzione strumentale, ma ha rapidamente ampliato i suoi orizzonti aggiungendo la sua voce alle proprie creazioni. Una peculiarità è la sua capacità di cantare in tre lingue diverse: si parte dal francese, sua lingua madre, e si prosegue con italiano e inglese.
Nella sua cifra sonora troviamo una fusione molto moderna di elettronica e trap, con flow coinvolgenti e testi introspettivi. Ancora oggi giovanissimo, la sua ricerca artistica prevede una costante evoluzione - alla scoperta di nuove sonorità.