Paolo Dova, Movimento per le valli del Ticino
I popoli alpini sono caratterizzati da un innato senso di libertà e da un forte senso di indipendenza: pensiamo ai patti di Torre (1182), del Grütli (1291), alla Carta della libertà di Biasca (1292). L’ha capito Napoleone nel 1803, siamo passati dal Sonderbund (1847) alla nascita del Canton Giura (1978).
Le parole chiave di questo successo sono federalismo e sussidiarietà, codificati negli art. 3 e 5 della Costituzione federale, e gli estesi diritti popolari. Il federalismo: giusta l’art. 43 e 44 della Costituzione federale la Confederazione dovrebbe assumere unicamente i compiti che superano la capacità dei Cantoni o che esigono un disciplinamento uniforme da parte sua; Confederazione e Cantoni si devono rispetto e sostegno e le controversie vanno ricomposte per quanto possibile con il negoziato e la mediazione.
Rispetto e sostegno: principi sacrosanti, ma la sensazione è che siano disattesi. Se è infatti giusto che vi siano leggi federali che permettono di gestire il sistema-paese Svizzera (dalla difesa ai trasporti, dalla sicurezza all’ambiente, dall’energia alle assicurazioni sociali) non si capisce perché Berna debba imporre se e come trasformare un rustico o disquisire sul numero di pecore sbranate prima di capire che il lupo è un problema per l’agricoltura di montagna.
La Svizzera è composta da regioni molto diverse tra loro per storia, cultura e geografia e quindi le leggi devono adattarsi a queste realtà. Quando si legifera o si promuovono iniziative popolari si dovrebbe considerare che ogni territorio deve potersi gestire in modo autonomo se questo non pregiudica il sistema-paese altrimenti, visto il peso demografico delle grandi città, si va verso la dittatura della maggioranza.
Il centralismo e l’egualitarismo invece dominano e le autonomie dei Cantoni e dei Comuni sono ridotte a
ben poca cosa: tutto questo si traduce in una vigilanza che irrita perché non si rispettano le particolarità e
le aspirazioni locali. Le leggi, per dirla con il bleniese Dalberti, vanno fatte per gli uomini e non gli uomini
per le leggi.
Liberté, égalité, fraternité: parole tanto evangeliche quanto dei rivoluzionari francesi che andrebbero
applicate nel loro vero significato. La fratellanza non è tutela, ma aiutare l’altro a realizzare le proprie aspirazioni.
A tutto questo si aggiungono molte tasse che pure sono percepite come ingiuste per noi che viviamo le nostre montagne: da quelle turistiche che non considerano l’accessibilità, il tipo di alloggio e l’offerta turistica, alla più recente sui distillati che pesa sulle associazioni che animano i nostri paesi, a quella in discussione sui camini/cucine a legna che sembra non differenziare un impianto di una casa primaria da quello di una baita di montagna.
Per contrastare questa tendenza è nato il Movimento per le valli del Ticino, il cui scopo ultimo è proprio quello di sensibilizzare la popolazione sui problemi delle zone periferiche e sulla necessità di riscoprire un vero federalismo che rispetti le aspirazioni locali.