Il suo ex allenatore Vincenzo Santopadre: «L’ascesa fulminante è stata negativa»
MELBOURNE - Matteo Berrettini ha dovuto ingoiare un altro boccone amarissimo nelle ultime ore. A causa di un problema al piede destro, il tennista romano ha infatti dichiarato forfait per gli Australian Open (iniziati domenica). Il tunnel buio nel quale è finito sembra non avere fine per il tennista italiano, la cui ultima partita risale all'agosto dell'anno scorso.
In un'intervista concessa a "La Repubblica", Vincenzo Santopadre - ex allenatore e colui che ha "guidato" l'ascesa del 27enne fino alla top 10 mondiale e alla finale di Wimbledon 2021 - ha cercato di analizzare le cause del declino di Berrettini: «Si deve slacciare dalle aspettative. Il rumore della popolarità gli ha fatto male, lo ha stroncato. È un tipo riservato e sensibile. L’ascesa fulminante è stata negativa per gli effetti collaterali. Troppe responsabilità, portarsi l’Italia sulle spalle è dura. Gestire le esigenze del mondo esterno non è facile. Lui ne è rimasto scombussolato. Panatta ancora oggi è giustamente celebrato e riverito per il suo favoloso 1976. Gli Slam pesano e Matteo dai tempi di Adriano è l’unico azzurro che si sia qualificato per una finale, quella di Wimbledon».
Se pesa o distrae la bellezza? Ancora Santopadre: «Di sicuro il look lo ha aiutato da un punto di vista commerciale. Magari qualche sponsor ti sceglie perché da "beautiful" funzioni su vari mercati, anche non sportivi. Ma Borg, Wilander, Edberg, Noah, solo per citarne alcuni, hanno vinto molto e brutti non erano. La diversità di Matteo è un’altra: la sua vita emotiva e sentimentale è importante e confluisce nel gioco. Proprio perché è un ragazzo profondo e ci mette testa e cuore».