Il suo Yverdon brilla in vetta, il Bellinzona (almeno per ora) non ingrana. La parola al dg Marco Degennaro: «Nessun segreto, serve un mix».
Inevitabile, con l’ex dirigente rossoblù, toccare anche l’argomento Chiasso: «È difficile commentare, mi dispiace tantissimo. La telenovela finale? In certe situazioni subentra anche la disperazione».
YVERDON - Se coi tempi che corrono siamo ormai abituati a vedere club in affanno tra conti in disordine e progetti evaporati in un amen - anche alle nostre latitudini -, le “eccezioni” per fortuna non mancano. Un buon esempio di chi, senza fare il passo più lungo della gamba, può ambire a obiettivi importanti facendo calcio, è l’Yverdon di Marco Degennaro.
Raggiunta la semifinale di Coppa e consolidato il posto in Challenge nella passata stagione, dove partivano da neopromossi, i vodesi ora stanno volando. «Stiamo lavorando bene in un ambiente sano e sereno, dove in quasi due anni siamo riusciti a fare tanti progressi in fase amministrativa e sportiva - spiega Degennaro, dirigente con trascorsi importanti anche a Sion, Bellinzona e Chiasso - Non c’è un segreto. Abbiamo cercato di costruire e trovare continuità, sin qui ci siamo riusciti azzeccando diverse scelte. Poi anche un pizzico di fortuna ci vuole e aiuta. Un mix di fattori e programmazione».
Piegato domenica il Bellinzona, l’Yverdon è in vetta insieme al Wil con 35 punti in 19 incontri. Con due promozioni dirette e la terza che giocherà lo spareggio, lo scenario inizia a farsi interessante. Saresti pronti o sarebbe un "problema"?
«Se dovesse succedere, sarebbe assurdo non cogliere l’occasione e rimanere giù. Ne abbiamo parlato a gennaio e siamo tutti d’accordo. Ci siamo detti che vogliamo confermarci e confermare i nostri valori. Siamo questi. Non è stato un exploit, sappiamo di poter rifare questi punti (32 nel girone d’andata, ndr). Però attenzione, non sappiamo quello che possono fare le altre. O meglio… ci sono club molto strutturati e destinati ad alzare l’asticella, aumentando la quota-promozione. Dovessimo farcela affronteremo questo bellissimo “problema”, ma in caso contrario non sarebbe un dramma».
A sgomitare a metà classifica c’è il Bellinzona, sesto con 23 punti e appena passato nelle mani di Maccoppi. Rosa importante, mercato ambizioso, ma anche tanti (sempre troppi?) cambiamenti.
«Attenzione, resto dell’idea che il Belli sia una squadra davvero forte. Ha anche elementi di categoria superiore. Se trovano la quadra, i distacchi non sono incolmabili. Ci sono in palio ancora tantissimi punti e non li taglio fuori da niente. Lo stesso vale per il Thun. Sono club che hanno cambiato tanto e hanno bisogno di tempo, ma se dovessero iniziare a macinare punti, possono arrivare al vertice. Vedo i granata come un gruppo che può davvero decollare e ha la forza per infilare un filotto molto positivo».
Inevitabile, con l’ex dirigente rossoblù, toccare poi all’argomento Chiasso. Il fallimento era ormai nell'aria, ma la telenovela finale - tra finte speranze e quant’altro - ha reso tutto ancora più triste.
«È dura e difficile commentare. Quando si arriva a questi punti, subentra anche la disperazione e ci si attacca a qualsiasi situazione, sperando sia quella che ti possa salvare. Personalmente mi dispiace tantissimo. Chiasso è stato un polo per il Ticino, una società importante e anche gloriosa. Mi è dispiaciuto tanto per tutti i tifosi, ex giocatori e dirigenti: insomma tutti coloro che lo avevano nel cuore e ci hanno lavorato. Certo la spirale era negativa e gli ultimi anni sono stati complicati, fino al noto epilogo».
Ora la speranza è che dalle ceneri di 117 anni di storia nasca qualcosa di buono.
«Perché no?! - si chiede il dg - Sono sicuro che avverrà. La storia, anche in Ticino, parla chiaro. Altre grandi società sono dovute ripartire e lo hanno fatto. A Chiasso ora è il giorno zero, ma bisogna pensare in maniera positiva guardando al futuro».