Arno Rossini: «Giocare in Europa League o in Europa Conference League non è la stessa cosa»
«Se Mattia e lo staff tecnico lavoreranno bene, giocare a Ginevra o Zurigo non farà troppa differenza».
SAINT-GILLES - In campionato è partito bene. Benissimo addirittura. In Coppa Svizzera ha reso facile una trasferta che, pur non tremenda (è vero), nascondeva comunque qualche insidia. Fin qui fatto più del suo dovere, il Lugano può ora concentrarsi sul primo vero grande esame stagionale. Un esame che dirà a che punto è arrivata la squadra. A che punto è arrivato il club.
«È ovviamente una partita importante - è intervenuto Arno Rossini - prestigiosa per la crescita della società. Negli ultimi anni a Lugano si sono mossi molto bene: sono riusciti a inserire giocatori giovani ma di prospettiva e a ottenere risultati. E in più ora cominciano a raccogliere i frutti anche a livello economico. Il progetto è insomma vincente».
Ma l’eurosfida?
«L’Union Saint Gilloise è sicuramente una squadra dal buon potenziale. Cresciuta piano ma con costanza negli anni. I bianconeri hanno comunque, secondo me, i mezzi e gli argomenti per pensare di passare. Ho parlato della crescita a livello societario. Ora mi aspetto che, anche in campo internazionale, ci sia una crescita a livello calcistico».
In Super League il Lugano è guardato con rispetto.
«Dev'essere così anche in Europa. Con lo stadio che si farà, a Cornaredo hanno tutto per fare un ulteriore salto di qualità».
Questo spareggio sembra una formalità: che vincano o perdano, a una competizione internazionale i ticinesi comunque parteciperanno.
«È vero, ma giocare in Europa League o in Europa Conference League non è la stessa cosa. È differente a livello economico ovviamente, ma anche per quanto riguarda il prestigio: più sei in alto e più è facile avere visibilità».
Che è importante.
«Fondamentale. In passato, per far venire un giocatore a Lugano ci si doveva quasi tagliare le vene. Ora invece sono i calciatori a chiamare per capire se c'è la possibilità di fare parte del progetto. La tendenza è cambiata nettamente, a tutto vantaggio della società. E la situazione migliorerà ancora se, appunto, la squadra riuscirà a confermarsi nel tempo a un buon livello internazionale».
Con i belgi si passa?
«Il Lugano ce la può fare: ha una rosa ampia e dei giocatori di grande qualità. Mi vengono in mente, per fare qualche nome, Sabbatini, Saipi o Steffen. L'unico problema, forse, è che non giocherà a Cornaredo».
Per un calciatore questo pesa?
«Più per le casse societarie. Una volta cominciata la partita, se Mattia Croci-Torti e lo staff tecnico avranno lavorato bene, giocare a Ginevra o Zurigo non farà troppa differenza».
Negli ultimi anni, ogni volta che è tornato a battersi in Super League dopo un impegno Europeo, il Lugano ha incontrato enormi difficoltà. Le sconfitte sono state frequentissime.
«A mio modo di vedere la rosa dei bianconeri è adeguata per reggere il doppio impegno. Doppio perché, tra sorteggi comodi e il fatto che si gioca nel weekend, non considero “impattante” la Coppa Svizzera. Vediamo cosa accadrà in questi ultimi giorni di mercato, se qualche altro pezzo pregiato della squadra sarà venduto accettando un'offerta importante. Anche dovesse accadere, sono in ogni caso sicuro che Da Silva e i suoi collaboratori abbiano già pronto il piano B».