Arrigo Sacchi: «Risultati troppo altalenanti, sono stati presi giocatori senza sapere quali erano i loro pregi e i loro difetti».
Sulla panchina rossonera - sul finire degli anni '80 - l'ex coach 77enne aveva conquistato otto trofei, fra cui due Coppe dei Campioni.
MILANO - Arrigo Sacchi - ex tecnico del Milan alla fine degli anni '80 e vincitore di otto trofei, fra cui due Coppe dei Campioni (1989 e 1990) - si è espresso molto duramente in merito alle prestazioni fornite recentemente dai rossoneri.
Il Diavolo occupa attualmente la terza posizione della classifica con 33 punti, undici lunghezze di ritardo dalla capolista Inter (44) e sette in meno rispetto alla Juventus (40), seconda. «Il Milan? Semplice, non è una squadra. O meglio, a volte lo è ma poi ritorna al buio», sono state le parole del 77enne riportate dalla "Gazzetta dello Sport. «Non ha continuità ed è troppo altalenante. Per esempio contro la Salernitana (ndr, match terminato 2-2) non si è visto un collettivo, ma un gruppo sparpagliato per il campo dove ognuno ha giocato per conto suo. Il vero problema è che la difesa è in difficoltà, perché gli attaccanti non aiutano. La situazione è complicata, ci sono giocatori che non hanno continuità di rendimento. Pioli? Non credo che si risolva il problema mandando via l’allenatore. Ha fatto ottime cose, ma non è riuscito a dare continuità al suo lavoro. Non so nemmeno se ci sia in giro un tecnico in grado di fare qualcosa con questa squadra. A mio avviso nel mercato estivo sono stati acquistati soltanto giocatori stranieri, che non venivano da esperienze brillanti e che dovevano anche abituarsi al calcio italiano. Sono stati presi calciatori senza sapere quali erano i loro pregi e i loro difetti. Per un ragazzo che arriva dall’estero è inoltre complicato sintonizzarsi sulla nostra lunghezza d’onda, hanno incontrato difficoltà anche grandissimi campioni del passato. Se costruisci una squadra completamente nuova e basata sugli stranieri, sarebbe necessario avere pazienza. Ma la pazienza nel calcio è una merce rara(...)».