Ora si va a Suzuka, specchio della verità
Intanto, dopo Melbourne, bisognerebbe rispondere a una domanda... “Non è che la Ferrari ha sbagliato a ingaggiare Hamilton?” che prevede anche un’altra versione: “Non è che bisognava tenere Sainz e non Leclerc?".
MELBOURNE - Squadra che vince non si cambia. Una volta si diceva così. Non in Formula 1 dove a Melbourne è appena capitato quello che nessuno si aspettava: ha vinto una squadra che era appena stata cambiata e soprattutto ha vinto il pilota che all’inizio dell’anno era stato licenziato, sia pure con un lungo preavviso. La vita di Carlos Sainz è davvero un roller coaster come ha raccontato lui stesso, sottolineando come per il 2025 non abbia ancora un contratto. La sua stagione è cominciata al telefono con Vasseur che lo accompagnava gentilmente all’uscita dalla Ferrari, annunciandogli l’ingaggio di Hamilton per il 2025, poi è proseguita con i medici che a Gedda gli dicevano: deve farsi operare subito di appendicite. E questa è la parte del roller coaster che ti precipita verso il suolo a tutta velocità. Poi, improvvisamente, in Australia la sua vita si è impennata puntando diretta verso il cielo dove lo aspettavano il trofeo più bello e la bottiglia di bollicine italiane più grande. Vittoria! Il licenziato meglio del predestinato. Senza l’operazione che lo ha bloccato in Arabia, adesso sarebbe in testa al campionato.
È il mondo al contrario, quello che ci regala da sempre l’Australia dove anche l’acqua nel lavandino gira in senso inverso a quello cui siamo abituati. Quando la gara di Melbourne inaugurava il calendario, la statistica raccontava che chi vinceva lì, poi aveva altissime probabilità di diventare campione del mondo. Da quando il Gran premio d’Australia è slittato nel calendario per lasciare l’inaugurazione a chi paga di più, la statistica non vale più. D’altra parte l’ultimo ritiro di Verstappen, 43 gran premi prima, era stato proprio a Melbourne e poi il campionato era finito con il suo titolo. Finirà così anche quest’anno? Probabile. L’euforia rossa non basta a cambiare il nome del favorito per la vittoria finale. Ma apre nuove prospettive per la Ferrari che, continuando a crescere così, può legittimamente aspirare al titolo Costruttori.
Può farlo perché conta su due piloti alla pari mentre in casa Red Bull in Australia si è visto come Sergio Perez non riesca a prendere i pani di Verstappen neppure quando Max si ferma ai box dopo quattro giri. Giocando due contro uno, il sogno è possibile e credibile.
La Ferrari è certamente la squadra che è migliorata di più in questo inizio di stagione, ma per capire con esattezza quanto grande è ancora il gap con la Red Bull bisogna attendere il Gran premio del Giappone su una delle piste più belle e complete del calendario. Suzuka è lo specchio della verità, quello che una volta era Barcellona a inizio stagione. Se Verstappen non scapperà via come nelle prime due gare stagionali, il divertimento sarà assicurato. Non resta che attendere. Intanto bisognerebbe dare una risposta alla domanda più gettonata dopo l’alba rossa: “Non è che la Ferrari ha sbagliato a ingaggiare Hamilton?” che prevede anche un’altra versione: “Non è che bisognava tenere Sainz e non Leclerc?”. Alla prima si può rispondere dicendo che Hamilton porterà la mentalità di un team vincente, potrà consentire quello scatto di qualità che ai suoi tempi portò Schumacher. Alla seconda può rispondere solo Charles. Se in 15 mesi la Ferrari ha avuto due opportunità per vincere e ha vinto tutte e due le volte Sainz, forse è meglio che il predestinato si dia una mossa. Tocca a lui dimostrare di essere l’uomo giusto su cui puntare.