Martin, Marquez o Bastianini? Ducati, è dura
Tre candidati top, Gigi Dall’Igna deve sfogliare la margherita.
JEREZ DE LA FRONTERA - Non ci ha girato troppo intorno Gigi Dall’Igna, direttore generale di Ducati Corse nel dopo gara di un GP di Spagna vietato ai cuori deboli: «La scelta che dovrò prendere mi fa tremare le gambe».
Neanche il tempo di godersi la straordinaria vittoria di Francesco Bagnaia, sempre più punto saldo della rossa che verrà, essendo il solo (assieme al prossimo debuttante Férmin Aldeguer) ad avere già in mano un contratto, che già all’ingegnere vicentino tutti chiedevano che margherita sfoglierà nelle prossime settimane. Enea Bastianini, Jorge Martin o Marc Marquez, chi sceglierà la Ducati come prossimo compagno di Pecco? Scelta non semplice, tra piloti che iniziano anche a fare la voce grossa, ponendo aut aut più o meno espliciti.
Non si nasconde già da un po’ Martin, che non perde occasione di ripetere che o nel 2025 correrà nel team ufficiale o cambierà moto. Ma da Jerez ha iniziato a farlo, seppure in maniera più soft, anche Marquez, che prima ha detto di voler restare in Ducati, poi che la Pramac è un ottimo team. Vero, ha la moto ufficiale, verissimo, ma non è il team ufficiale, e quindi non gli starebbe bene. Quindi, dopo la giornata di test ha detto di avere in testa una sola opzione. E non è difficile immaginare quale essa sia. Terzo a giocarsela, quel Bastianini che non sta facendo male ma che non ha ancora trovato l’acuto e che, sarà anche solo per carattere, in questo momento sembra un po’ il vaso di coccio di Don Abbondio schiacciato tra i due galli spagnoli.
Cosa c’è nella testa di Dall’Igna è il vero punto cruciale. Perché, dopo avere tessuto in maniera sotterranea la tela che ha portato Marc nel team Gresini, è chiaro che al numero uno delle corse della rossa poche cose piacerebbero come il riportare sul tetto del mondo l’otto volte iridato, ennesima medaglia puntata al petto di una carriera che lo ha fatto diventare uno degli uomini più potenti della MotoGP.
Ma Marquez nel team ufficiale sarebbe una spina dolorosa per Bagnaia, il cui valore in questo modo verrebbe delegittimato dalla scelta del rivale, uno che, lo sanno anche i sassi, guarda solo a sé stesso e non può certo definirsi uomo squadra. Non è una questione di velocità, perché anche Martin è velocissimo e non certo succube per carattere, ma la scelta del pilota della Pramac avrebbe molto più senso sia per età anagrafica, sia perché la Ducati lo ha scelto e pescato dalla Moto2 e fatto crescere proprio con l’obiettivo di portarlo un giorno nel team ufficiale. Doveva arrivarci due anni fa, “fregato” poi dalle prestazioni di Bastianini, poteva essere ripescato alla fine dello scorso Mondiale, giocato ad armi pari con Pecco fino alla fine, ci sta provando con tutte le sue forze adesso, con una gran partenza di stagione che lo vede ancora saldo leader, nonostante la caduta di Jerez. Una bella gatta da pelare, insomma, per Dall’Igna, con le prossime gare che vivranno ancor più sul filo della tensione anche per quel posto libero sulla Ducati rossa che fa gola come non mai.