Con il "Covid pass", presto potrai tornare a godere di molte libertà questa estate. Ma non piace a tutti
I giovani UDC lo trovano inutile, mentre le altre sezioni giovanili dei vari partiti accolgono il progetto, ma talvolta con alcune riserve
ZURIGO - Mercoledì il Consiglio federale ha presentato i piani per l'utilizzo futuro del certificato Covid. Sarà probabilmente essenziale per eventi importanti e viaggi, ma non dovrebbe essere richiesto nel quotidiano, ad esempio per andare al ristorante.
I giovani sembrano felici di avere finalmente la possibilità di andare di nuovo a concerti, grandi eventi e serate di festa: «Il fatto che presto i locali potranno riaprire ci restituisce un pezzo di libertà», afferma su 20 Minuten Adelisa Hafizovic. «Cosa dovrebbe succedere quando saremo vaccinati? Dovremmo poter tornare a vivere la nostra vita!».
Gli israeliani sono entusiasti del "Green Pass" - Liora e Gil sanno bene che un certificato può riportare libertà e dare sollievo. Vivono in Israele come cittadini svizzero-israeliani e sono attualmente in visita in Svizzera. In Israele, a febbraio, è stato introdotto il cosiddetto "Green Pass". «Siamo vaccinati, la vita di tutti i giorni da noi è tornata normale, almeno per quanto riguarda il Covid. Possiamo andare al cinema e al ristorante», spiega Liora.
Gil è convinto: «Presto ci saranno progressi anche nei viaggi internazionali. Non appena l'UE presenterà un certificato corrispondente, la Svizzera seguirà rapidamente l'esempio. Quindi si spera che la libertà di movimento non sarà più limitata».
«Verrà introdotta una società a due classi» - I rappresentanti delle sezioni giovanili dei partiti prendono atto della notizia del certificato Covid con sentimenti contrastanti. David Trachsel, presidente dei giovani UDC, ad esempio, non ha assolutamente alcuna simpatia per i piani del Consiglio federale: «Tutte le misure decretate dallo Stato devono essere revocate immediatamente. Le persone a rischio che volevano vaccinarsi, o lo hanno già fatto, o lo faranno presto», afferma.
Adesso, per Trachsel, è il momento della responsabilità individuale. «Il certificato mette nuovamente in difficoltà i giovani, è da condannare con fermezza in quanto discriminatorio e del tutto inutile».
«I giovani hanno di nuovo prospettive» - Meno fatalista è Sarah Bünter, presidente dei giovani dell'Alleanza del Centro: «I piani del Consiglio federale corrispondono esattamente alle nostre richieste. Per noi era importante che i giovani, che da più di un anno si dimostrano solidali e che hanno affrontato molte privazioni, si riappropriassero al più presto delle loro prospettive. Non c'è alcuna discriminazione nei confronti di chi ancora non è vaccinato».
Anche Julia Küng, copresidente dei giovani Verdi, accoglie con favore il percorso del Consiglio federale. Per loro è essenziale che non solo coloro che sono stati vaccinati, ma anche coloro che sono stati testati e guariti, abbiano accesso a club o bar. Critica solo la lenta attuazione di questa manovra: «Il certificato Covid dovrebbe essere tecnicamente pronto già da un pezzo, il Consiglio federale ha avuto tempo a sufficienza per prepararsi». «La cosa importante ora - prosegue - è che questo "pass" sia facile da usare in modo da non dover stare in fila per troppo tempo davanti ai club», afferma.
«Suona bene sulla carta» - Il presidente dei giovani socialisti Ronja Jansen ha dei dubbi relativi alla fattibilità del progetto: «Il fatto che le persone vaccinate, guarite e sottoposte a test debbano essere trattate allo stesso modo suona bene sulla carta. In realtà, però, intravedo grandi difficoltà d'attuazione». Il problema sarebbe nella disponibilità di test riconosciuti, ancora diversa da regione a regione. «Anche nelle regioni periferiche deve essere possibile decidere alle 16:00 di assistere a un concerto alle 20:00. Le capacità dei test e la loro accessibilità devono quindi essere notevolmente ampliati».
Per Matthias Müller, presidente della sezione giovanile del Partito liberale radicale (PLR), è fondamentale che il certificato Covid venga abolito il prima possibile: «Come soluzione temporanea è accettabile per assistere a un concerto o entrare in un club. Ma non appena si passa alla terza fase del piano del Consiglio federale, non ha più alcuna giustificazione. A quel punto tutte le restrizioni devono cadere».