Questa la loro posizione in vista degli allentamenti che il Consiglio federale dovrebbe confermare domani.
BERNA - Domani il Consiglio federale deciderà come intende procedere negli allentamenti delle misure sanitarie contro il virus. Un ruolo centrale dovrebbe svolgerlo il certificato Covid. Cantoni e associazioni accolgono positivamente questo passo, ma non risparmiano qualche critica.
Difficoltà in più - Dal 1° luglio i grandi eventi dovrebbero essere limitati ai titolari del pass sanitario, ossia le persone vaccinate, guarite o risultate negative a un test, così come ai minori di 16 anni. Dovrebbero poter ospitare un massimo di 3'000 persone all'interno e 5'000 all'esterno. Secondo Basilea Campagna questo creerà un ulteriore onere amministrativo per le aziende e le organizzazioni interessate, che non dovrebbero essere incaricate di svolgere altri compiti.
No al Covid pass in discoteca - Il Governo prevede anche di permettere alle discoteche e ai club di riaprire da fine giugno, chiedendo un certificato. Ad opporsi in questo caso è la Commissione svizzera dei bar e dei club (CSBC), per la quale dovrebbe essere possibile organizzare feste con mascherine, capacità limitata, tracciamento dei contatti e obbligo di consumare seduti, ma senza dover presentare un pass.
Limiti teorici - Alcuni cantoni, come per esempio Argovia, vorrebbero invece estendere l'obbligo di certificato alle piscine coperte e ai parchi acquatici. Il motivo è che il rispetto delle regole di distanziamento e la superficie adibita a una persona viene considerato assai teorico.
Limiti impossibili - Diversi cantoni chiedono anche al Consiglio federale di semplificare le norme e di rinunciare alle numerose regolamentazioni sulle dimensioni dei gruppi, sui metri quadrati, sui limiti di capacità e sulle misure di protezione vigenti per le manifestazioni. I cantoni della Svizzera orientale (SG, AI, AR, TG) temono che questa confusione renda impossibile il rispetto delle regole.
Nei ristoranti - Critiche vengono mosse anche alla limitazione del numero di ospiti all'interno dei ristoranti, malgrado il fatto che si dovrebbe passare da quattro a sei persone per tavolo. Gastrosuisse considera l'aumento troppo timido. L'associazione è sostenuta tra gli altri da Svitto, che chiede di togliere le limitazioni negli spazi chiusi, come il Governo intende fare per le terrazze. Vaud raccomanda invece che otto persone siano ammesse a un tavolo all'interno e che le restrizioni siano eliminate se tutte le persone di un gruppo hanno un certificato Covid.
Basta lavoro da casa - Diversi cantoni chiedono la soppressione incondizionata dell'obbligo di telelavoro. I datori di lavoro possono definire le misure necessarie con i loro dipendenti, secondo San Gallo. L'11 giugno, il Consiglio federale ha deciso che era troppo presto per abolire questa disposizione, prevedendo un possibile allentamento solo quando tutti coloro che lo desiderano saranno stati vaccinati.
Liberi tutti - Alcuni cantoni si spingono oltre e chiedono che tutte le misure siano revocate al più presto. Berna, per esempio, ritiene che tutte le misure di lotta contro il Coronavirus dovrebbero essere abolite entro la fine di settembre.
L'Unione svizzera delle arti e mestieri (Usam) chiede che la "situazione speciale" sia revocata il 1° luglio. Il comitato direttivo della Conferenza dei direttori cantonali della sanità (CDS) intende esaminare con il Governo come un ritorno alla normalità possa essere integrato al modello a tre fasi.
L'abolizione della mascherina negli spazi esterni delle strutture accessibili al pubblico, come marciapiedi delle stazioni ferroviarie, fermate degli autobus, è benvenuta. Alcuni cantoni vogliono però agire più velocemente, senza aspettare la fine di giugno.