È quanto sostiene il delegato della Rete integrata Svizzera per la sicurezza.
Nonostante l'indebolimento dello Stato Islamico, attacchi isolati, «come quello di Morges nel 2020, possono ancora accadere e il loro impatto può essere altrettanto importante degli attacchi su larga scala».
BERNA - La minaccia terroristica in Svizzera rimane «elevata», secondo André Duvillard, delegato della Rete integrata Svizzera per la sicurezza (RSS). Egli indica un rischio di attori isolati che agiscono ispirandosi all'ideologia dello Stato Islamico (IS).
«Attentati tipo quelli di Parigi (2015) o di Bruxelles (2016) sono poco probabili al momento», ha indicato Duvillard in un'intervista pubblicata oggi su La Liberté e i suoi giornali partner, pochi giorni prima del ventesimo anniversario degli attentati dell'11 settembre negli Stati Uniti.
Questo genere di attacchi richiedono una grande organizzazione e logistica, continua. «Con la fine dell'IS come entità territoriale, il rischio di questo tipo di azioni è diminuito».
Ma attacchi isolati, «come quello di Morges nel 2020, possono ancora accadere e il loro impatto può essere altrettanto importante degli attacchi su larga scala», ha precisato Duvillard.
Estrema destra, una «preoccupazione» - Se l'IS è scomparso come entità territoriale in Siria e in Iraq, il suo strumento di propaganda «resta attivo», sottolinea. «Il movimento si sviluppa in altre parti del mondo come Africa e Asia».
Per Duvillard, l'estrema destra è anche attualmente «una fonte di preoccupazione». Cita come esempi la Germania e la Norvegia. «Questi gruppi sono spesso interconnessi».
Per quanto riguarda la presa di potere dei talebani in Afghanistan, ritiene che «sia difficile dire al momento» se rappresentino un rischio. «Sappiamo [...] che i talebani erano vicini ad al-Qaeda vent'anni fa. Ufficialmente, sostengono di essere più moderati. Resta da vedere».