Il grado di soddisfazione degli svizzeri non è però stato (troppo) intaccato dal Covid-19 nella prima metà del 2021.
Un cittadino su dieci ha comunque vissuto una diminuzione del proprio reddito a causa della pandemia.
BERNA - «La pandemia ha avuto poche ripercussioni sul grado di soddisfazione, generalmente elevato, espresso dalla popolazione riguardo alle relazioni personali e alla propria salute nella prima metà del 2021». È quanto emerge dagli ultimi risultati divulgati dall’Ufficio federale di statistica (UST) tratti dall'indagine sui redditi e sulle condizioni di vita (SILC) 2021.
Poveri sempre più poveri - L'UST precisa tuttavia che oltre uno svizzero su dieci (per l'esattezza l'11.3%) in questi primi sei mesi dell'anno è stato confrontato con una diminuzione del proprio reddito. E a essere toccata - sottolinea lo studio - è quella parte della popolazione che era già svantaggiata prima della crisi. «Sono soprattutto i giovani a indicare l'influsso negativo della pandemia sul proprio morale».
Giovani ma non solo - Oltre ai giovani, ad aver maggiormente sofferto durante il primo semestre del 2021 sono le categorie particolarmente toccate dalle restrizioni imposte dalle autorità. «La pandemia - precisa l'UST - ha spesso generato perdite, in particolare per le persone occupate nei servizi di alloggio e di ristorazione (35,5%)».
Calo dei consumi - Tuttavia negli ultimi due anni, la quota di persone che sono riuscite «facilmente» o «molto facilmente» a sbarcare il lunario è aumentata dal 48,4 al 57,9%. «Ciò si spiega - sottolinea l'UST - oltre che per un generale calo dei consumi, anche perché nel periodo in rassegna si è più spesso rinunciato ad attività ricreative, come andare al ristorante oppure praticare attività sportive o culturali».
Morale più basso tra i giovani - La pandemia non ha toccato solo il borsellino, ma pure la psiche delle persone. Quattro svizzeri su dieci hanno infatti indicato che la pandemia ha provocato ripercussioni sul loro morale. Particolarmente toccati da questo punto di vista sono i giovani. «La quota si è rivelata particolarmente elevata per le persone dai 16 ai 24 anni», rivela lo studio precisando che oltre il 55% in questa fascia d'età ha sofferto.
Soddisfazione diminuita di poco - Dall’inizio della crisi sanitaria, comunque, la quota di persone che si sentono «sempre» o «per la maggior parte del tempo» felici non è significativamente diminuita, visto che nella prima metà del 2021 si attestava al 73,9% (rispetto al 79,2% registrato prima del confinamento parziale del 2020). Nello stesso periodo, la quota di persone molto soddisfatte della loro vita corrente si è contratta dal 40,7 al 36,6%. «In Svizzera, il livello di soddisfazione della popolazione per le relazioni personali e lo stato di salute soggettivo - precisa ancora l'UST - resta globalmente alto ed è rimasto praticamente invariato».
Fiducia nella politica in calo - Nel primo semestre di quest'anno si è pure registrata una leggera flessione della fiducia nel sistema politico. «Esso rimane comunque - precisa l'UST - a un livello superiore rispetto all’inizio della crisi sanitaria». In effetti a inizio pandemia la fiducia nel sistema politico svizzero era nettamente aumentata.