Il consigliere nazionale Lorenzo Quadri interpella il Consiglio federale sull'esplosione dei costi della salute.
E attacca il Governo e i senatori: «Finora si sono sistematicamente opposti alla restituzione obbligatoria delle riserve in esubero degli assicuratori malattia».
BERNA - La stangata è stata servita martedì. Con l'annuncio da parte della Confederazione che gli aumenti medi per quanto riguarda i premi delle casse malati avrebbe toccato il 6.6%. Rincari che nel nostro Cantone raggiungeranno addirittura il 9.2%. Sul tema, dibattuto anche ieri all'interno della Delegazione ticinese a Berna, è tornato a bomba il consigliere nazionale Lorenzo Quadri che pretende chiarezza su quanto dichiarato da Bruno Cereghetti - già capo dell'Ufficio assicurazione malattia del DSS - negli scorsi giorni. Ovvero che le casse malati «starebbero bruciando 2.5 miliardi di franchi di riserve in operazioni borsistiche».
Il consigliere nazionale ritiene infatti «riprovevole» che una somma del genere venga polverizzata sui mercati finanziari, invece che restituita ai cittadini. «Questo accade - precisa stizzito Quadri - anche perché il Consiglio federale e il Consiglio degli Stati si sono finora sistematicamente opposti alla restituzione obbligatoria delle riserve in esubero degli assicuratori malattia».
Per questo motivo Quadri intende chiedere al Governo l'importo esatto dei soldi «bruciati» sui mercati finanziari e se l'impennata per il 2023 sia «imputabile a queste perdite borsistiche. Inoltre il deputato leghista chiede al Consiglio federale di chinarsi sull'anomalia del Ticino, che è già confrontato con gli stipendi più bassi del Paese.
Di seguito tutte le domande poste da Quadri nella sua interpellanza:
- Il Consiglio federale è in grado d'indicare quale ammontare delle riserve degli assicuratori malattia è stato “bruciato” sui mercati finanziari?
- Quale parte dell’aumento di premio annunciato per il 2023 imputabile a perdite borsistiche degli assicuratori malattia?
- L’aumento medio dei premi in Ticino, del 9,2%, suscita enorme contrarietà e preoccupazione. Lo stesso Consiglio di Stato ticinese lo reputa ingiustificato. Perché, invece, il Consiglio federale lo ha approvato?
- Per l’ennesima volta il Ticino si trova confrontato con uno degli aumenti di premio più pesanti in assoluto. Il Ticino è notoriamente il Cantone con gli stipendi più bassi della Svizzera, e il divario con il resto del Paese si allarga sempre più; ciò a seguito della libera circolazione delle persone e della conseguente esplosione del frontalierato. Non ritiene il CF che questa situazione meriterebbe una particolare attenzione, rispettivamente dei correttivi?
- È già accaduto che assicuratori malattia volessero ridurre i premi mentre e l’UFSP si sia opposto? Se sì, in quali occasioni e per quali motivi?
- A quanto ammontano i costi sanitari generati:
a) Dai profughi ucraini
b) Dai richiedenti l’asilo?
- È consapevole il Consiglio federale che parte del problema dell’invecchiamento demografico in Ticino, con conseguente aumento dei costi sanitari, è imputabile a cittadini confederati che vi trascorrono la terza età dopo la pensione? Non ritiene il Consiglio federale che questa situazione (notoria e consolidata) dovrebbe implicare un meccanismo compensatorio tra Cantoni?