Lo rileva uno studio delll'ILO, l'Organizzazione internazionale del lavoro
GINEVRA - L'attuale rallentamento dell'economia globale rischia di costringere più lavoratori ad accettare lavori di qualità inferiore, mal pagati, privi di sicurezza del lavoro e protezione sociale, accentuando così le disuguaglianze esacerbate dalla crisi del Covid-19, secondo un nuovo rapporto dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo).
Lo studio "World employment and social outlook: trends 2023 (WESO Trends)" dell'Ilo prevede che la crescita dell'occupazione globale sarà solo dell'1,0% nel 2023, meno della metà del livello nel 2022. La disoccupazione globale dovrebbe aumentare leggermente nel 2023, di circa 3 milioni, a 208 milioni (corrispondenti a un tasso di disoccupazione globale del 5,8 %), si legge in un comunicato dell'Ilo diffuso oggi a Ginevra.
Inoltre, a causa dell'aumento dei prezzi, la crisi del costo della vita rischia di spingere più persone verso la povertà. Per Richard Samans, direttore del dipartimento di ricerca dell'Ilo e coordinatore del rapporto, «il rallentamento della crescita dell'occupazione globale significa che non prevediamo che le perdite subite durante la crisi COVID-19 vengano recuperate prima del 2025».
Le donne e i giovani sono particolarmente colpiti. A livello globale, il tasso di partecipazione delle donne alla forza lavoro si è attestato al 47,4% nel 2022, rispetto al 72,3% degli uomini. I giovani (15-24 anni) incontrano gravi difficoltà nel trovare e mantenere un lavoro dignitoso. Il loro tasso di disoccupazione è tre volte quello degli adulti. Più di un giovane su cinque - il 23,5% - non lavora, non studia o non segue una formazione (NEET). «La necessità di un lavoro più dignitoso e di giustizia sociale è chiara e urgente», ha dichiarato il direttore generale dell'Ilo Gilbert F. Houngbo, commentando il rapporto. Per affrontare le molteplici sfide, «si deve lavorare insieme per creare un nuovo contratto sociale globale».