Secondo l'ultimo sondaggio di 20 Minuti e Tamedia la Svizzera è divisa, e c'è un gap generazionale
BERNA - Bisognerebbe permettere la riesportazioni di armi e munizioni di fabbricazione svizzera all'Ucraina? È da settimane che la questione alimenta i dibattiti, con alcuni Paesi europei che si sono detti perplessi della posizione di Berna sulla vicenda.
Ma cosa ne pensa la popolazione svizzera? Secondo un'analisi a riguardo realizzata a margine del terzo sondaggio elettorale di Tamedia e 20 Minuti*, gli elettori elvetici sono praticamente spaccati sul tema.
Dalle interviste a 27mila persone è emerso infatti che il 50% dell'elettorato è piuttosto favorevole, mentre il 46% è contrario alla riesportazione (il 4% è indeciso). È inoltre interessante come vi sia una vera e propria spaccatura generazionale. Gli elettori giovani sono molto più scettici e meno inclini all'arrivo di queste armi a Kiev (nella fascia 18-34 il 58% è contrario e solo il 36% favorevole), mentre nelle fasce d'età più avanzate la proposta incontra molti più favorevoli (addirittura il 66% dice «sì» per gli over 65).
Cresciuti con una percezione diversa?
Come è possibile esplorare i motivi di questa statistica? «Non posso dare una spiegazione definitiva, ma potrebbe essere che le persone più giovani, che sono cresciute politicamente e socialmente dopo la caduta del Muro di Berlino e il termine della Guerra Fredda, vedano la Russia in modo diverso rispetto alla vecchia generazione» ha detto a Tio/20 Minuti il politologo Lucas Leemann. In passato c'era un'immagine diversa della Russia, c'era una percezione critica a riguardo. «Qualcosa di sentito in particolare tra gli uomini, che quando erano in servizio militare vedevano l'Unione Sovietica quasi come il nemico. Si era neutrali, sì, ma ci si sentiva più appartenenti all'Occidente».
Questo aspetto, chiaramente, si è esaurito nel corso delle generazioni. «Questa è una congettura. Non sono stati raccolti dati per vedere esattamente cosa la gente pensa della Russia in generale, ma è qualcosa che potrebbe chiarire almeno in parte queste statistiche» ha specificato Leemann.
No all'invio di carri armati Leopard
Un'altra questione in discussione è se la Svizzera debba cedere i suoi quasi cento carri armati Leopard 2 in eccedenza (o parte di essi) a un Paese europeo, affinché quest'ultimo possa cederne altri (dalle proprie scorte) all'Ucraina. In questo caso la maggioranza degli elettori è contraria (52%), mentre i favorevoli si fermano al 43%. Anche in questo caso, la differenza generazionale è netta.
Le opinioni sono infine divise anche sulla questione dei beni degli oligarchi russi congelati in Svizzera. Vanno confiscati e trasferiti all'Ucraina per la ricostruzione? Mentre il 49% degli elettori è favorevole, il 46% si è detto contrario (5% di indecisi).
«La neutralità ha un futuro»
Infine, è stata chiesta agli elettori la loro posizione nei confronti della neutralità. Agli intervistati non è stata data esplicitamente una definizione di neutralità, è stata invece data loro la possibilità di valutare se la Svizzera sia ancora neutrale in base al proprio punto di vista. La maggioranza ritiene che la Svizzera sia ancora neutrale (58%). Il 39% degli interpellati, invece, pensa di no.
In conclusione, guardando più avanti, una grande maggioranza (il 68%) degli elettori ha dichiarato che la neutralità è un concetto che in Svizzera ha un futuro. Comunque, va ricordato, all'interno del sondaggio la neutralità si è collocata solo al 13° posto nel barometro delle preoccupazioni più urgenti.
Il sondaggio*
Sono 27’668 le persone da tutta la Svizzera che dall'15 al 17 febbraio 2023 hanno partecipato online al secondo rilevamento di 20 Minuti e Tamedia in vista delle elezioni federali del 22 ottobre 2023. Il sondaggio è condotto in collaborazione con LeeWas, che pondera i dati in base a variabili demografiche, geografiche e politiche. Il margine d'errore si attesta all'1,0%.