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SVIZZERAPerché Pierin Vincenz probabilmente non si farà un giorno di carcere

17.07.24 - 22:15
Per gli esperti il processo all'ex-Ceo di Raiffeisen è «una tragedia per lo Stato di diritto in Svizzera». Ecco come mai.
Tamedia/Urs Jaudas
Perché Pierin Vincenz probabilmente non si farà un giorno di carcere
Per gli esperti il processo all'ex-Ceo di Raiffeisen è «una tragedia per lo Stato di diritto in Svizzera». Ecco come mai.

ZURIGO - Una condanna (a 3 anni e 9 mesi), il ricorso e poi l'annullamento per «gravi vizi di procedura». E ora, il pubblico ministero finisce nell'occhio del ciclone.

Il processo all'ex-Ceo di Raiffeisen Pierin Vincenz si sta sempre più tramutando in un ginepraio dal cui pare impossibile districarsi, l'eventualità che il 68enne - accusato di ripetuta appropriazione indebita, ripetuta amministrazione infedele, falsità in documenti, truffa, tentata truffa e corruzione passiva - possa farla effettivamente franca.

«Siamo arrivati al punto in cui lo stesso pubblico», commenta sulle pagine della NZZ il professore di diritto economico dell'Università di Berna Peter V. Kunz che parlando del processo, lo definisce «una vera e propria tragedia per lo Stato di diritto in Svizzera».

Tornando all'annullamento, il Tribunale cantonale aveva affermato che «in relazione al procedimento sono stati violati i diritti fondamentali a un processo equo e a una promozione dell'accusa conforme alla legge». Tra i nodi sospetti «un'accusa anche troppo zelante e dettagliata, un utilizzo discutibile di un esperto esterno e alcuni punti decisamente nebulosi, se non critici, contenuti nella stessa».

Su tutti, "brucia" però proprio la questione dell'esperto: si tratterebbe dell'ex-professore, e mentore, dello stesso procuratore pubblico.

«Normalmente, gli esperti esterni dovrebbero supportare i pubblici ministeri su domande a cui non possono rispondere da soli perché sono richieste conoscenze specifiche, normalmente si chiamano psicologi, ingegneri o altri professionisti di settore», spiega Kunz, «coinvolgere invece un giurista esterno non è consentito in quanto il procuratore è in se già un avvocato. Inoltre, gli imputati verosimilmente non sono stati informati del coinvolgimento di una persona esterna».

Interpellata dalla NZZ, l'ufficio del procuratore cantonale di Zurigo respinge ogni accusa: «L'esperto è stato chiamato a rivedere la bozza dell'atto d'accusa ai fini del controllo della qualità. Ed è da considerare come una persona ausiliaria, anch'essa coinvolta nel segreto d'ufficio».

I problemi però non finiscono qui: «Anche il fascicolo dell'accusa di 300 pagine, ritenuto troppo dettagliato e formalmente inaccettabile dal tribunale cantonale, allunga la trafila giuridica aumentando la possibilità di una prescrizione. Per non parlare dei contenuti della stessa: se la questione delle spese ingiustificate (quella che ha più appassionato i giornalisti, ndr.) è stata ben fatta, lo stesso non si può dire della parte societaria: per quanto mi riguarda le prove sono insufficienti perché si arrivi a una condanna».

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