È la conclusione tratta da uno studio pubblicato sulla rivista specializzata "BMC Health Services Research".
Questi costi determinerebbero inoltre «un eccesso di cure mediche e un'assistenza inadeguata».
BERNA - In Svizzera vengono effettuate troppe analisi di laboratorio per verificare un'eventuale carenza di vitamina D. Uno studio scientifico commissionato dallo Swiss Medical Board arriva alla conclusione che la maggior parte di questi test sono inutili e costosi.
Meglio sarebbe - si legge in una nota dell'ente che ha commissionato lo studio - limitare i test alle categorie a rischio, come «le persone in età avanzata e in sovrappeso o quelle che hanno la pelle scura, per le quali la carenza di vitamina D può risultare più pronunciata».
Gli autori dello studio, pubblicato sulla rivista specializzata "BMC Health Services Research", riconoscono che in Svizzera, soprattutto d'inverno, il 60% della popolazione soffre di una carenza di vitamina D. Nel corpo questa vitamina viene normalmente prodotta per effetto della luce del sole sulla pelle.
Per questo motivo, l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) suggerisce a tutte le persone di assumere regolarmente la vitamina D, anche senza sottoporsi al test.
Costi esorbitanti - Lo studio, realizzato dall’Institut für Hausarztmedizin und Community Care di Lucerna (IHAM&CC) in collaborazione con l'assicurazione malattia Swica, ha analizzato i dati di 200'043 assicurati nell'anno 2015 e di altri 200'046 nel 2018.
Risultato: in questo lasso di tempo il tasso di assicurati che si sono sottoposti al test è passato dal 14 al 20%, con un aumento di quasi il 50%. Estrapolati a tutta la Svizzera, i costi per le analisi dei livelli di vitamina D nel sangue hanno raggiunto circa 90 milioni di franchi nel 2018. Anche in altri Paesi europei si osservano tendenze analoghe.
Gli autori dello studio non esitano a parlare di «costi esorbitanti», soprattutto se paragonati ad altri test più importanti. Questi costi determinano inoltre «un eccesso di cure mediche e un'assistenza inadeguata».
Queste cifre - si legge ancora nella nota - sono tanto più preoccupanti se si considera che un recente studio dell'Università di Zurigo ha dimostrato che gli integratori di vitamina D non hanno un effetto significativo sulla riduzione delle fratture ossee e nemmeno sulle funzioni delle gambe e della memoria.