I circa 50mila franchi raccolti dalla polizia sono stati versati nelle casse di Pro Senectute.
Verranno destinati a tre tipi di aiuto a sostegno della fascia d’età più colpita dal virus
BELLINZONA - Sono circa 500 le multe che sono state inflitte dalla Polizia cantonale e dalle comunali alle persone che durante la fase più acuta dell’emergenza coronavirus non hanno rispettato le direttive che riguardavano distanze sociali e assembramenti.
Sanzioni disciplinari da 100 franchi l’una che, in due mesi, hanno permesso d'incassare circa 50mila franchi. «A livello ticinese - precisa la Polizia cantonale - è stato adottato, e ancora si adotta, un approccio volto alla sensibilizzazione della popolazione». Insomma, si poteva incassare anche di più, ma quasi sempre si è preferito mirare alla coscienza anziché al portafogli dei ticinesi. Anche rispetto al resto della Svizzera, «altri cantoni hanno sicuramente inflitto un numero maggiore di multe», spiega la polizia.
I soldi raccolti non finiranno nel cosiddetto “calderone”, ma sono stati destinati a Pro Senectute Ticino e Moesano. Che li impiegherà a favore della fascia d’età maggiormente colpita dal virus: gli anziani. Considerato che alcune multe sono state contestate, mentre altre ancora non sono state pagate, per ora non è però stato possibile versare il 100% dell'importo.
Questi soldi serviranno a sostenere in particolare tre tipi di aiuti, come spiega il direttore Gabriele Fattorini. In primo luogo ci saranno degli aiuti individuali, per anziani che si trovano in difficoltà a sostenere costi ospedalieri o altre spese causate dall’emergenza sanitaria. Secondariamente, i soldi serviranno alla promozione e al sostegno di nuove attività post-Covid: «Durante la Fase 1 abbiamo dovuto interrompere bruscamente le attività sportive che proponiamo. Questi fondi serviranno quindi anche al rilancio (graduale e controllato) di queste attività», illustra Fattorini. Un’ultima parte verrà invece destinata alla copertura del deficit causato dal servizio spesa a domicilio e da altri costi supplementari sostenuti durante la pandemia.
Se i ticinesi si sono mostrati tutto sommato ligi alle regole e le multe inflitte sono state relativamente poche, durante i controlli gli agenti hanno spesso proceduto a un ammonimento, con relativa raccolta dei nominativi. Dati che però, così come avviene normalmente nell’ambito delle multe disciplinari, non vengono conservati, assicura la Polizia.