Le recenti bocciature sarebbero la dimostrazione che i cittadini sono stanchi di questi «giochetti di palazzo».
L’associazione Ticinese per l’Autonomia dei Comuni usa toni forti contro quella che sarebbe un «politica basata sulle coazioni».
BELLINZONA - «Deriva democratica», «raccolta firme farlocche», «politica basata sulle coazioni». Non usa giri di parole l'Associazione Ticinese per l'Autonomia dei Comuni commentando i risultati delle recenti consultazioni in materia aggregativa, osservando come le proposte in votazione non siano state accolte «e questo malgrado i favorevoli abbiano potuto contare su diverse migliaia di franchi pubblici per la loro propaganda, mentre i contrari hanno dovuto autofinanziarsi».
L'Associazione invita i politici a chiedersi come mai la bocciatura dei progetti sia diventata ormai sistematica. «È evidente che siamo di fronte a situazioni che mettono in serio pericolo la democrazia, eppure si continua per la stessa strada in quanto, dietro alle aggregazioni vi sono mire di accentramento dei poteri con relativi interessi milionari che fanno gola a molti politici di tutti i partiti».
Le bocciature che si susseguono sarebbero la dimostrazione che i cittadini sono stanchi di questi «giochetti di palazzo» e che avrebbero ormai capito che le aggregazioni, con questa legge, sono «un inganno che non porta loro alcun beneficio». Per l'ATAC sarebbe pertanto ora che il nostro governo sviluppi una vera politica a favore delle comunità periferiche i cui cittadini meritano di essere considerati alla pari di quelli delle città.
Oltre a causare la sistematica chiusura di molte cancellerie e servizi comunali di prossimità, le aggregazioni non hanno di fatto impedito la chiusura di negozi, uffici postali, ristoranti, succursali di banche, e attività artigianali. «E non è che le imposte siano diminuite, in compenso quasi ovunque sono aumentate le diverse tasse d’uso per acqua, rifiuti, ecc.», sottolinea ancora l'associazione. «Questo significa che la promessa di migliorie e maggiori servizi è stata ampiamente disattesa per cui, con un minimo di autocritica, bisognerebbe avere l’onestà di fermarsi e analizzare i motivi del fallimento della politica delle aggregazioni».
In conclusione, l'ATAC chiede quindi di frenare questa «deriva democratica» perché, ignorando il problema, «nella popolazione crescerà il malcontento che potrebbe favorire l’insorgere di devianze autoritarie».