Il granconsigliere socialista Ghisletta in un'interpellanza: «Lo sgombero è possibile? Il Cantone intende mediare?»
LUGANO - Lo sfratto dell'autogestione dagli spazi dell'ex Macello di Lugano è sospeso. Per poter prendere una decisione, il Municipio deve dapprima effettuare ulteriori approfondimenti. È quanto si apprende da un comunicato odierno della autorità cittadine.
Nel frattempo il granconsigliere socialista Raoul Ghisletta chiede al Consiglio di Stato di prendere posizione sulla questione. E lo fa con un'interpellanza urgente, con cui invita il Governo cantonale «a esprimersi chiaramente sull'ipotesi di sgombero dell'autogestione dall'ex Macello formulata prima di Natale da una risicata maggioranza (4 a 3) del Municipio di Lugano e nuovamente rilanciata da alcuni municipali in data 9-10 marzo 2021». Ghisletta sottolinea che «si tratta di un'ipotesi estremamente avventata dal lato giuridico, che rischia di mettere il Comune dalla parte del torto».
Il granconsigliere ricorda quindi che l'area dell'ex Macello di Lugano «è un bene amministrativo sottoposto a concessione per un massimo di 30 anni». E che la concessione - che fino ad oggi è stata rinnovata annualmente - è di tipo misto e sottoposta a una Convenzione del 2002, firmata dalla Città di Lugano, dal Governo cantonale e dal Centro sociale autogestito Il Molino. Una convenzione, quest'ultima che impone come obbligo al centro sociale «il corretto utilizzo dei locali, limitandolo ad attività sociali, culturali e politiche, e richiedendogli di stipulare un’assicurazione responsabilità civile».
Ecco le domande al Consiglio di Stato