La direzione informa sui numeri del reparto Covid in allestimento e invita tutti i collaboratori a vaccinarsi
I non vaccinati non potranno partecipare alla festa aziendale (e questo è il meno), ma il vero spauracchio potrebbe arrivare in autunno con le limitazioni d'accesso alle strutture che «potrebbero causare ai collaboratori anche costi non indifferenti».
LUGANO - Crescono i contagi e, negli ospedali ticinesi, ci si attrezza per quella che si annuncia come la quarta ondata. Un aggiornamento dal fronte è contenuto in una «comunicazione confidenziale» della Clinica Luganese Moncucco inviata lunedì 23 agosto a tutti i collaboratori. Un'ondata attesa ma che, si legge nella lettera firmata dal direttore Christian Camponovo e dal direttore sanitario Christian Garzoni, «non possiamo però negare si stia manifestando decisamente prima di quanto era ipotizzabile».
L'attesa - «In previsione di questa nuova ondata e dopo molteplici sollecitazioni da parte nostra e dell’EOC, il Governo cantonale - nota il documento - ha finalmente deciso di stanziare dei fondi per aumentare le capacità di presa a carico dei pazienti Covid più gravi».
La previsione - Grazie al vaccino i numeri previsti non sono fortunatamente più quelli dello scorso inverno, che saturarono i due reparti dedicati ai malati di coronavirus. «In Clinica prevediamo per i prossimi mesi di riservare ai pazienti Covid al massimo un reparto di cura (circa 30 letti) e 6 o 7 letti di cure intense, mantenendo così una buona capacità di accogliere i nostri abituali pazienti». Certo la Moncucco si sarebbe aspettata di più da Bellinzona: «Le nostre richieste sono purtroppo state soddisfatte solo parzialmente, ma comunque - da subito - possiamo aumentare di un paio di unità i letti di cure intense che, tra ottobre e aprile del prossimo anno, saranno ulteriormente incrementati fino a un totale di 10 letti». Altri 10 letti aggiuntivi di cure intense, si legge ancora, saranno creati nelle varie sedi dell’Eoc.
L'invito a vaccinarsi - Lo scopo della comunicazione interna è però manifestamente quello di «invitare coloro che fino a oggi non si sono fatti vaccinare a rivalutare la questione». Il tasso di vaccinati tra gli operatori sanitari della Clinica Luganese (secondo i dati pubblicati dall’Ufficio del medico cantonale) è già tra i più alti, pari all’86% (nelle sedi Eoc si scende al 77%). Ma la direzione della Clinica privata si attende di più. Senza nascondere che anche i vaccinati possono sviluppare forme gravi di Covid, «a ogni modo il vaccino resta - ad ora - il miglior mezzo per combattere il virus e i suoi effetti e per contenere il rischio di diffusione di nuove varianti».
Festa per soli immuni - La strada per gli operatori sanitari che non si vaccinano rischia inoltre nei prossimi mesi di farsi disagevole. Non tanto perché non potranno partecipare alla festa aziendale che la Moncucco organizza questo fine settimana: «Abbiamo deciso - si legge nella lettera - di limitare la partecipazione alle sole persone vaccinate, che sono al momento quelle che hanno una probabilità minore di ammalarsi e di diffondere il virus agli altri.
Dispiace chiaramente escludere una parte degli interessati (...)». La stretta che incombe è piuttosto un’altra: «È probabile che nel prossimo futuro l’accesso alle strutture sociosanitarie sia permesso solo in presenza di un certificato Covid». Una limitazione che, sottolinea la comunicazione interna, «potrebbe causare ai collaboratori anche dei costi non indifferenti». Da qui l’invito a vaccinarsi.