Il ristorante/buvette negli studi di Comano ha ricevuto dall'emittente una disdetta d'affitto
La gerente: «Sette persone rischiano l'impiego». Dietro c'è il progetto di un nuovo campus radio-televisivo, e il trasloco degli studi da Besso
COMANO - Cuochi e camerieri non rientrano nei tagli annunciati a settembre dalla Rsi. Ma anche loro varcano ogni mattina la soglia degli "studios" televisivi, senza sapere se sarà l'ultima. Il ristorante di Comano ha ricevuto disdetta dall'emittente dopo anni di cause legali: «Siamo affittuari e non dipendenti pubblici, ma è come se lasciassero a casa anche noi» lamenta la gerente. «Praticamente siamo costretti a chiudere».
Il nuovo campus - Dietro al "taglio" questa volta non ci sarebbe un piano di risparmio, però: la buvette sorge all'interno di uno stabile che, nei progetti dell'emittente, dovrà essere demolito per realizzare il nuovo campus multimediale. Un investimento da 62 milioni di franchi, approvato nel 2016 dalla Sgr/Ssr: i lavori dovrebbero concludersi nel 2025.
Sette posti a rischio - Si tratta di un progetto «a medio termine» che nulla ha a che fare con i licenziamenti, precisa una portavoce della Rsi. Ma al ristorante "Mudra" non sono d'accordo: «Non ci licenziano, ma ci costringono a licenziare» afferma Lucia Scarallo, 60 anni, gerente. «Alla mia età rischio di ritrovarmi in mezzo a una strada, per non parlare degli altri collaboratori». In tutto sette persone, più dei dipendenti Rsi (6) che rimarrebbero "a piedi" dopo i tagli.
La battaglia legale - I problemi alla buvette si sono esacerbati con la pandemia, e in realtà risalgono a molto tempo prima. Scarallo parla di «ostruzionismo e accanimento» da parte dei vertici dell'emittente. Dal 2008 al 2019 si sono susseguite quattro vertenze tra i padroni di casa e la società affittuaria, la Safira Sa: disdette, richieste di sconti, accuse di morosità. Sempre risoltesi a favore del ristorante. «Abbiamo sempre pagato gli affitti, mantenuto prezzi bassi, e di recente abbiamo anche ristrutturato i locali» sottolinea la gerente.
«Malcontento diffuso» - La Rsi dal canto suo afferma che, oltre ai progetti immobiliari, la disdetta sarebbe motivata anche da «un malcontento diffuso» tra il personale. Prezzi troppo alti, chiusure «senza preavviso» durante e prima della pandemia. Scarello per difendersi mostra un menù del giorno. Scaloppine alla valdostana con patate e verdura, bibita analcolica: 15 franchi. «Anche con questi prezzi, durante la pandemia il ristorante era sempre vuoto. Per questo abbiamo chiuso. Ditemi voi se siamo cari».
Addio Besso: il progetto del campus
Il contratto di vendita «è pronto, con tutte le clausole». La storica sede della radio Rsi a Besso passa di mano: ad acquistarla la Città di Lugano, che progetta di realizzare in via Canevascini una "casa della musica" riunendo l'Orchestra della Svizzera italiana, la Fonoteca nazionale e il Conservatorio sotto uno stesso tetto.
«È un grande progetto, che mantiene la vocazione culturale della struttura» spiega il municipale Roberto Badaracco, responsabile del dossier. «Puntiamo a discuterne a breve in Municipio e a presentare il messaggio entro fine ottobre». Il prezzo è ancora top-secret, ma si tratterebbe di decine di milioni. «Una cifra comunque di favore, perché a Comano hanno capito l'importanza culturale dell'operazione» spiega il municipale.
La cessione per la Rsi rientra in un piano nazionale di riduzione delle superfici immobiliari, e «non è legata al piano di risparmio a breve termine» spiega la portavoce Doris Longoni. «I benefici si vedranno una volta terminato il cantiere» del nuovo campus. I tempi intanto slittano: si parla del 2025, non più del 2024. I dipendenti della radio per quella data dovranno traslocare a Comano. Cantiere e cause legali (vedi sopra) permettendo.