Praticamente raggiunta la quota necessaria per far votare contro il pareggio dei conti entro il 2025
Ghisletta: «Il timore è che il settore sociosanitario, ma anche quello formativo, escano con le ossa rotte dalla legge Morisoli»
BELLINZONA - Le firme ci sono. «Ne abbiamo raccolto già oltre 7 mila, di cui la metà già vidimate, ma per avere una garanzia dovremmo raccoglierne ancora circa un migliaio. Nei prossimi giorni contiamo di raggiungere anche questo risultato», spiega Raoul Ghisletta ai microfoni di "A2 News", la trasmissione partita a ottobre condotta e prodotta interamente dai giornalisti di Radio Ticino.
Le "adesioni" fanno riferimento al referendum lanciato dal sindacato Vpod contro il pareggio dei conti entro fine 2025, almeno nelle modalità votate dal Parlamento ticinese il 19 ottobre scorso.
«Ne servivano 7 mila, quindi è andata abbastanza bene - afferma Ghisletta -. In maggio, probabilmente, ci sarà dunque la votazione che aprirà al dibattito. Ciò permetterà di sviscerare un po' tutta la questione del risanamento finanziario, permettendo di discutere su quali siano le voci che possono entrare in gioco e qual è la parte delle entrate e delle uscite su cui bisogna concentrare l'attenzione».
Il segretario Vpod non nasconde la propria preoccupazione per il settore sociosanitario, ma anche quello formativo, «che rischiano di uscire con le ossa rotte dalla legge Morisoli». Per Ghisletta, infatti, non è pesabile risanare le finanze contenendo solo le spese: «È innanzitutto ingiusto - conclude -. Vuol dire che si andrà a colpire principalmente un settore, quello sociosanitario, che con l'iniziativa per le cure infermieristiche abbiamo invece cercato di migliorare».