Manuele Bertoli chiarisce alcuni aspetti sull'obbligo di mascherina alle elementari in vigore da lunedì prossimo.
Le famiglie non dovranno sobbarcarsi quest'onere supplementare, che toccherà ai Comuni. E anche i docenti, secondo il direttore del DECS, sono già pronti alla novità.
BELLINZONA - Parecchi genitori, ma anche alcuni docenti, sono in subbuglio dopo la decisione del DECS di estendere l'obbligatorietà della mascherina anche alle prime tre classi di scuola elementare. Gli interrogativi (e per la verità anche i malumori) non mancano. Su tutti quelli relativi alle forniture di mascherine - che dovranno essere di dimensione pediatriche - e legati alla capacità di un bambino di sei-nove anni di indossarle correttamente. Per chiarire alcuni aspetti abbiamo contattato il direttore del DECS Manuele Bertoli. Che nonostante la positività al coronavirus e alcuni lievi sintomi è normalmente operativo.
«Non toccherà alle famiglie sobbarcarsi questo onere supplementare», chiarisce subito il consigliere di Stato. «Toccherà ai Comuni provvedere, Comuni che sono stati avvertiti già ieri». All'inizio di dicembre, il Cantone aveva infatti offerto per un paio di settimane le mascherine per le classi quarte e quinte, ma ha sempre chiarito con i Comuni che per le scuole comunali questo sarebbe stato un onere a carico loro.
Quanto al rientro in classe del prossimo lunedì, non sono state date indicazioni specifiche: «I docenti sanno molto bene come presentare questa novità ai loro allievi», assicura Bertoli. Si fa quindi affidamento alla professionalità di direzioni e insegnanti. «I bambini - aggiunge il direttore del DECS - sono comunque generalmente molto ricettivi e se coinvolti sanno capire bene le ragioni di protezione individuale e collettiva alla base di un provvedimento come questo».
E se dovessero esserci genitori che si oppongono alla misura e che decidono di mandare i figli a scuola senza mascherina? «Gli allievi non potranno in nessun caso andare a scuola senza la mascherina», premette Bertoli. Nei casi di renitenza, come già accaduto per i compagni più grandi alle elementari o alle medie, si cercherà innanzitutto d'instaurare un dialogo con le famiglie recalcitranti. «Si cercherà di per far capire loro che nessuno è contento di questa situazione e che il problema non è la scuola ma il virus». Solo nei casi più "complessi" si potrà intervenire con un provvedimento amministrativo: «Ma sono casi rarissimi e speriamo restino tali», conclude il direttore del DECS.