Il Gran Consiglio ha ieri approvato il documento strategico sociosanitario, Raoul Ghisletta: «Ci sono ancora dei problemi»
BELLINZONA - È stato approvato ieri dal Parlamento ticinese il documento strategico di riferimento per il settore socio-sanitario, ovvero la strategia che verrà presa in considerazione - tra case per anziani e cure a domicilio - per il periodo 2021-2030.
La Pianificazione (LAnz-LACD) - che ieri in Gran Consiglio è stata accolta con 77 voti favorevoli e tre contrari - fissa l’ordine di priorità degli interventi per fornire risposte adeguate alle varie esigenze della popolazione nei settori delle case per anziani, dei servizi che erogano assistenza e cura a domicilio, e dei servizi di appoggio e di aiuti diretti finalizzati al mantenimento a domicilio. Per i prossimi anni, indirizza il settore verso un importante rafforzamento del mantenimento a domicilio e uno sviluppo contenuto del settore stazionario.
Nonostante i punti positivi, il Sindacato VPOD Ticino non è però completamente soddisfatto: «Non mancano i problemi totalmente irrisolti e i problemi in lenta fase di soluzione», ha scritto oggi in un comunicato Raoul Ghisletta, segretario VPOD Ticino e granconsigliere.
Quali problemi?
In primis vengono segnalati la carenza e la cronica stanchezza del personale sociosanitario. «Occorrerà insistere affinché ci sia un approccio più rispettoso del personale e liberare risorse mirate a lenire le situazioni di sovraccarico». Ma c'è anche «il problema della mancata codificazione dei diritti dei pazienti e degli utenti, e mancano organi di mediazione gratuiti per affrontare tempestivamente i problemi che sorgono nelle strutture».
Un terzo problema «evidente» - secondo il Sindacato - è la trasparenza sui risultati delle inchieste che misurano la soddisfazione del personale e di pazienti e utenti. «Occorre poter verificare l’esisto delle inchieste struttura per struttura. Oggi questo non è possibile: questa opacità è una vergogna, visti i milioni che vengono versati nel settore». Il quarto problema elencato è che la dotazione di personale nelle case anziani è calcolata con metodi «che possiamo ancora definire discutibili: metodi tarati sulla cura, che non prendono sufficientemente in conto la dimensione psicosociale dell’anziano».
Infine, un ulteriore preoccupazione riguarda la situazione patrimoniale di una parte delle case anziani no profit private. «Una strana situazione che stona con quella dei servizi assistenza e cure a domicilio di interesse pubblico e delle istituzioni sociali» ha scritto Ghisletta, ribadendo che tutti questi punti «arriveranno in parlamento con l’iniziativa popolare VPOD per cure sociosanitarie e prestazioni socioeducativa di qualità».