La cessazione dell’accordo porterà, col rientro in presenza dei frontalieri, un probabile incremento delle auto.
LUGANO - «Le strade si riempiranno di nuovo». Mercoledì terminerà l'effetto dell'intesa sul telelavoro fra Italia e Svizzera. Una delle controindicazioni più temute (e non fiscali) riguarderà l’aumento del traffico sulle arterie principali del Cantone: molti frontalieri, infatti, rientreranno in presenza per evitare la tassazione italiana. Il rischio è messo in luce da Marco Bernasconi, esperto di questioni fiscali e docente universitario, all'interno di una riflessione più ampia sugli scenari fiscali successivi alla fine dell'accordo: a questo proposito, sul tema ci sarà un webinair organizzato lunedì, alle 11,30, dalla Supsi e intitolato “Telelavoro e frontalieri: scenario post 1° febbraio”.
Un passo indietro. A giugno 2020, in tempo di Covid, è stato siglato l’accordo amichevole fra le due nazioni. «A causa della pandemia - spiega il docente universitario - i residenti nella zona di confine tendevano a svolgere la propria attività dall’Italia attraverso il telelavoro». Era nato, però, un problema: «Veniva a mancare il requisito cardine della definizione di frontaliere - continua Bernasconi - cioè il rientro quotidiano al domicilio, dopo aver prestato la propria attività professionale in Ticino». Di conseguenza, veniva meno la differenza con qualsiasi altro residente in Italia. Quindi, sulla carta i giorni in smartworking diventavano soggetti alle imposte italiane».
Però, grazie all’intesa fra i due Stati, le ore di telelavoro sono rimaste esclusivamente tassate in Svizzera. Ma, da mercoledì, l’accordo non avrà più effetto. Questo fatto sta già creando parecchia agitazione e una certa confusione tra le imprese e i frontalieri, i quali devono decidere in fretta su come procedere: continuare con il telelavoro, e pagare molte più tasse, oppure ritornare fisicamente in azienda?
«Le aliquote italiane sono molto più elevate - conclude Bernasconi - di conseguenza, i frontalieri potrebbero decidere di tornare in presenza. Questo tornerà a riempire di nuovo le strade. Avremo molto più traffico. Mi faccio una domanda: perché si è trovata un’intesa sul tema con la Francia e non con l’Italia? Siamo in ritardo. Speriamo si trovi presto un accordo sostitutivo».
Come scritto all’inizio, lunedì si terrà un webinair. Oltre a Bernasconi, parteciperanno Andrea Ballancin, professore associato di Diritto tributario all’università del Piemonte Orientale, Michele Scerpella, capoufficio dell’Ufficio delle imposte alla fonte e del bollo della Divisione delle contribuzioni, e Samuele Vorpe, responsabile del Centro competenze tributarie della Supsi. Durante l’incontro si cercherà di fare un po’ di chiarezza sugli scenari post 1° febbraio, considerando anche il nuovo accordo fiscale sui frontalieri che dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2024.
È possibile partecipare al convegno solo tramite videoconferenza. Maggiori informazioni sono reperibili sul sito.