L'architetto ticinese festeggia oggi il compleanno. Gli auguri della redazione.
MENDRISIO - Il noto architetto ticinese Mario Botta spegnerà 80 candeline sabato. Anche a questa età rimane instancabile e continua a lavorare a nuovi progetti. Le sue opere architettoniche, innumerevoli e inconfondibili, sono sparse in tutto il mondo.
Lo scorso martedì Mario Botta ha tenuto una conferenza alla Scuola cantonale d'arte di Losanna (ECAL). Intervistato dal quotidiano romando 24 Heures in vista dell'evento, si è detto sempre attivo, «sono già sessant'anni che esercito un mestiere che mi permette di invecchiare bene, pur di avere una coscienza critica».
Anche alla soglia degli 80 anni, Botta, nato a Mendrisio il 1° aprile 1943, continua a lavorare anche a grandi progetti, come quello del campus universitario di Shenyang, in Cina, che lo occupa da diversi anni. Fra i progetti in corso in Svizzera c'è l'osservatorio per lo spazio e l'ambiente Space Eye, situato nel parco naturale Gantrisch, nei pressi di Berna, che verrà inaugurato il prossimo mese di settembre.
Architettura inconfondibile
Le opere architettoniche di Mario Botta, inconfondibili quanto innumerevoli, sono sparse un po' in tutto il mondo. Dalla Scala di Milano al MoMA di San Francisco passando per il Samsung Museum of Art di Seul.
Uno stile il suo che impiega forme geometriche pure, materiali quali acciaio, vetro e cemento, ispirato proprio ad uno dei suoi maestri, Le Corbusier.
Botta vanta un vasto portfolio che va da musei a istituti scolastici passando per chiese. In Svizzera se ne trovano un po' in tutti i cantoni, dalla Chiesa di Mogno nel suo nativo Ticino al Centro Dürrenmatt di Neuchâtel.
Opere effimere
Nel 2022, due dei suoi progetti in Svizzera hanno subito danni, «una sorpresa» per lo stesso Botta, come è stato rivelato su diversi media: il 19 settembre il ristorante situato al quarto piano della struttura sul Glacier 3000 a Les Diablerets (VD) ha preso fuoco ed è stato distrutto da un incendio, mentre a fine giugno nel Giura bernese diversi scalini della Tour de Moron di Mallerey si sono staccati.
Incidenti questi che gli hanno ricordato il «carattere effimero di tutte le realizzazioni umane», indica 24 heures. «L'architettura è molto fragile, molto più fragile di quanto ci si immagini», ha detto Botta nell'intervista al giornale romando.