Il lupo tiene in scacco il comune del Moesano. Mattia Ciocco, sindaco, è preoccupato: «I nostri alpeggi sono in grave difficoltà».
MESOCCO - Le foto di due animali selvatici sbranati e spolpati dal lupo a Pian San Giacomo e a San Bernardino stanno facendo il giro del web. Non un bel biglietto da visita per una località, quella di Mesocco, che dal punto di vista turistico e dell'immagine sta per spiccare il volo grazie al noto progetto Artioli. Il sindaco Mattia Ciocco è preoccupato: «Non tanto per la questione turistica. In fondo questa è una zona montana e può succedere di vedere scene simili».
Quindi cosa la preoccupa maggiormente?
«Il lupo da una parte è sempre più vicino all'abitato. E dall'altra tiene in scacco i nostri alpeggi».
Ne avete diversi a Mesocco. Qual è la situazione?
«Vi porto l'esempio dell'Alpe Curciusa. Ogni anno veniva caricata con 500 pecore, oltre ai vari bovini e cavalli. Quest'anno non sarà così».
Che succederà?
«Verranno portati in alto solo gli animali di grosse dimensioni. Questo considerando che nel 2022 sono state uccise più di 100 pecore. Nessuno se la sente di rischiare».
Gli altri alpeggi non sono messi meglio a quanto pare...
«La stagione estiva deve ancora iniziare. Ma i segnali non sono incoraggianti. Le soluzioni proposte dalle autorità non sono compatibili con la morfologia del territorio. E anche i cani da protezione non arrivano dappertutto».
Da sindaco come si sente?
«Dispiaciuto. Nella nostra regione abbiamo una decina di alpeggi che non si riescono più a caricare come prima. E abbiamo anche diverse aziende agricole in difficoltà. Con persone che vivono grazie al bestiame e che non ce la fanno più».
Il lupo resta super protetto.
«Non so cosa dire. Non è più un animale in via d'estinzione. Il Comune non può fare niente. Abbiamo scritto a Berna, invano».
Quale sarebbe il suo auspicio?
«Io non sono di certo favorevole alla soppressione di tutti i lupi, ci mancherebbe. Serve però una regolazione. Non capisco cosa si aspetti. Gli animalisti forse hanno avuto troppo potere in questo contesto».
Insistiamo. Trovare un cervo spolpato per strada può essere scioccante.
«Ho l'impressione che queste immagini siano state enfatizzate dal mondo dei social. Non bisogna degenerare. Occorre restare ancorati alla realtà. Una realtà che ci parla di contadini di montagna e di produttori locali scoraggiati dai danni economici e morali. In diversi non se la sentono più di occuparsi delle bestie e dei pascoli. E intanto il bosco avanza».