Giò Rezzonico, coordinatore di un gruppo legato al Ticino con AlpTransit: «Siamo al centro dell'Europa. Mancano collegamenti ferroviari».
AIROLO - La questione delle code autostradali e di un ipotetico pedaggio al tunnel del Gottardo sta scaldando l'estate rossocrociata. Ma davvero una soluzione del genere risolverebbe il problema del traffico lungo l'asse nord-sud? Non secondo Giò Rezzonico, imprenditore e giornalista che coordina un gruppo di lavoro dedicato agli sviluppi del Ticino con AlpTransit.
Qual è la sua sensazione di fronte alla proposta di un pedaggio al Gottardo?
«Sono perplesso. Non ho niente in contrario. Credo sia una soluzione che ponga problemi pratici e giuridici però. E che da sola non risolverebbe nulla».
Dunque?
«La Svizzera si deve rendere conto di essere al centro dell'Europa e di conseguenza optare per altro».
Come ad esempio il potenziamento del traffico su rotaia?
«L'Europa sta andando in questa direzione. Basti pensare alla rivoluzione in atto in Francia. Là dove è possibile, non si usa più l'aereo. Bensì il treno».
La Confederazione ha posto in consultazione un documento sulla politica ferroviaria fino al 2050. Non è fiducioso?
«La visione delle FFS e della Confederazione mira a concentrarsi sui miglioramenti all'interno della rete svizzera. Vengono invece trascurati i collegamenti col resto dell'Europa. Ci si dimentica che la Svizzera è al centro di un Continente».
Qual è il rischio?
«Quello di essere tagliati fuori dai collegamenti internazionali. La via del Gottardo potrebbe essere sostituita da quella del Brennero. Il nostro gruppo anni fa aveva scritto a Ignazio Cassis e a Mario Draghi insistendo sull'importanza di migliorare i collegamenti ferroviari con l'Italia. Già solo in Ticino AlpTransit a sud di Lugano è fermo».
D'accordo. Però il problema delle code autostradali è nel presente. E va trovata una soluzione rapida.
«Muoversi per vacanze all'interno della Svizzera in auto è un suicidio. Deve passare il messaggio che il mezzo pubblico è un'alternativa vincente. Bisogna insistere di più sull'efficienza del mezzo ferroviario».
Strade sature, rete ferroviaria altrettanto satura. E la morfologia del territorio non aiuta.
«C'è margine di miglioramento. Anche se le montagne di certo non facilitano il compito. Da noi poi gli interventi sono costosi. Trovo che servirebbe più coordinamento tra i lavori sulle strade e quelli sulla rete ferroviaria. La linea della Confederazione dovrebbe essere più chiara e soprattutto più rivolta alla ferrovia».