Incontro fra le parti sociali oggi a Bellinzona che apre la strada alla manifestazione prevista per il prossimo 22 novembre.
BELLINZONA - Parti sociali unite e coese, in vista della manifestazione prevista in quel di Bellinzona il 22 novembre prossimo.
Oggetto dell'azione sindacale saranno le misure di risparmio proposte dal Governo cantonale lo scorso 18 ottobre e che toccheranno da vicino il personale pubblico.
Si è tenuta proprio oggi nella capitale cantonale una conferenza stampa congiunta a cui hanno preso parte il Vpod Ticino, l'Ocst e il Segretario cantonale dei Sindacati Indipendenti Ticinesi (SIT).
«Piazza necessaria»
«La forza d’urto della piazza risulta necessaria affinché l’opinione pubblica sia a conoscenza degli scenari nefasti che il taglio dei servizi e dei salari dei dipendenti pubblici produrrà nella società», chiosa il Segretario cantonale dei Sindacati Indipendenti Ticinesi (SIT) Mattia Bosco, «gli strumenti propri dell’azione collettiva e della mobilitazione di piazza siano ora più che mai giustificati» a viso della «scandalosa riduzione della spesa pubblica a disposizione nel campo sociale, sanitario, formativo e della sicurezza».
«Tagli pericolosi e sbagliati»
«Siamo qui per avviare il movimento di opposizione ai tagli proposti dal governo che consideriamo pericolosi e sbagliati», spiega invece Xavier Daniel vicesegretario cantonale dell'Ocst, «pericolosi perché rappresentano un esempio pessimo di gestione, lo predichiamo alle aziende: i risparmi vanno operati sugli sprechi, non sul personale. Sono sbagliati perché vanno a calpestare il settore sociosanitario e socio-educativo e a peggiorare i servizi dei quali beneficiano tutti i cittadini, specialmente i più fragili».
«Si colpisce chi lavora per noi»
Giulia Petralli del Vpod parla invece di «una manovra irresponsabile che colpisce pesantemente tutte quelle persone che giornalmente si adoperano per garantirci dei servizi pubblici di qualità. Persone che oggi ci confessano di sentirsi sminuite, frustrate e pesantemente preoccupate per le loro condizioni lavorative, ma anche per le stesse prestazioni che forniscono giornalmente all’utenza».
Dopo l'azione di piazza del 22 novembre, si pensa già alle strategie del “dopo”: «Valuteremo altre mobilitazioni, forse delle azioni simboliche, magari degli scioperi. Infine, una volta avvenuta la discussione parlamentare dovremo valutare anche se fare uno o più referendum al fine di portare la popolazione a votare sulle conseguenze del decreto Morisoli», conclude Petralli.