A due mesi dall'avvio della campagna vaccinale e a pochi giorni da Natale, abbiamo fatto il punto della situazione con il medico cantonale.
BELLINZONA - A due mesi esatti dall'avvio della campagna autunnale contro il Covid-19 - era partita lo scorso 16 ottobre - sono circa 17'000 i ticinesi che si sono fatti vaccinare. «La stragrande maggioranza delle vaccinazioni - precisa su richiesta il medico cantonale Giorgio Merlani - è stata fatta tra le persone a rischio».
3'700 dosi in casa anziani - Un dato, questo, che non sorprende visto che la vaccinazione è stata fortemente «raccomandata» alle persone più fragili (vedi box) in quanto esse presentano un rischio più elevato di sviluppare sintomi gravi. «Nelle case anziani - sottolinea Merlani - sono state distribuite circa 3’700 dosi, ciò corrisponde a un’adesione molto buona alla vaccinazione». Per quanto riguarda gli ospedali, invece, particolare attenzione va prestata nei reparti oncologici o dove sono ricoverate persone fragili. «Anche qui il vaccino è fortemente raccomandato», precisa il medico cantonale senza fornire cifre. «Inoltre sono particolarmente importanti le misure d'igiene di base, incluso l'uso di mascherine».
Impennata a novembre - Misure importanti anche perché il virus continua a circolare. E pure parecchio. In Svizzera, infatti, le infezioni hanno fatto registrare un'impennata da inizio novembre. «Per il Ticino - fa presente Merlani - il monitoraggio nelle acque reflue continua a registrare una carica virale molto elevata, ciò che conferma la forte presenza del virus sul nostro territorio».
Diversi ricoveri per (o con) Covid-19 - Un'importante circolazione del virus che giocoforza si riflette pure sugli ospedali, benché le sottovarianti di XBB attualmente presenti (le più comuni sono EG.5, BA.2.86 eJN1) non diano segnali di causare sintomi più gravi. «Attualmente vi sono numerosi pazienti ricoverati per o con Covid-19. La maggior parte di loro è molto anziana. A eccezione delle persone vulnerabili, per i quali forme gravi sono possibili - ci tiene a precisare Merlani - la gravità della malattia si può considerare debole o moderata».
Il virus sotto l'albero - A fungere da ulteriore detonatore alla circolazione del virus arrivano ora le festività natalizie. E sotto l'albero potrebbe esserci un regalo sgradito. A Natale, infatti, aumentano le interazioni (soprattutto quelle intergenerazionali) e vi è quindi il rischio che i nipoti possano infettare i nonni. Da qui l'appello conclusivo del medico cantonale. «In considerazione della forte circolazione del virus tutte le persone a rischio che non si sono ancora vaccinate sono caldamente invitate a farlo», precisa Merlani, ricordando che in presenza di sintomi respiratori o influenzali, vale sempre il consiglio di adottare le misure di igiene (ormai note), soprattutto nei contatti con persone fragili.
A chi è raccomandata - In Svizzera, ricorda l'Ufficio del medico cantonale, non esiste alcun obbligo di vaccinazione. Essa è però «raccomandata» per tutti i gruppi a rischio. Tra di essi troviamo le persone con più di 65 anni, i malati cronici e le persone con trisomia 21 (o sindrome di down), entrambi da 16 anni. Per loro l'Ufficio federale di sanità pubblica (Ufsp) raccomanda una dose unica come richiamo poiché queste persone presentano un rischio più elevato di sviluppare una forma grave della malattia, in parte legato a una protezione immunitaria più debole.